Il Commento: Il Grana Padano DOP e i Prati Stabili della Valle del Mincio [Stefano Pezzini, Latteria San Pietro]

Stefano Pezzini - Presidente della Latteria San Pietro

Stefano Pezzini – Presidente della Latteria San Pietro

Come si coniugano fantasia e territorio a un grande formaggio Dop come il Grana Padano? La Latteria agricola San Pietro di Cerlongo di Goito, in Provincia di Mantova, ha scommesso sulle peculiarità dell’area specifica di produzione, i prati stabili, e proponendo alcune linee specifiche all’interno di una produzione complessiva di circa 76.000 forme di Grana Padano Dop, ottenuta dal latte dei 25 soci.

“Il 25% della produzione casearia della Latteria San Pietro – spiega il presidente, Stefano Pezzini – è in parte valorizzata come Grana Padano Biologico, confezionata da Zanetti e venduta con il marchio Viviverde, la linea bio di Coop Italia”.

Accanto alla produzione organic (circa 8.000 forme), la San Pietro propone il “Grana Padano Selezione da Fieno, una produzione, intorno alle 14-15.000 forme, destinata a Consumatore più attento che vuole riscoprire il Territorio, valorizzare la Biodiversità e approfondire il tema dei prati stabili della Valle del Mincio”, prosegue Pezzini. Il latte utilizzato proviene da aziende agricole che non utilizzano alcuna forma di insilato. A queste due tipologie si aggiunge il Grana Padano certificato Kosher, intorno alle 2.000 forme.

I “Prati Stabili della Valle del Mincio” abbracciano un’area di cinque Comuni (Goito, Volta Mantovana, Porto Mantovano, Roverbella e Marmirolo) e altrettanti caseifici cooperativi (Latteria Agricola San Pietro, Latteria Cooperativa Goitese, Latteria Sociale Roverbella, Latteria Sociale Mantova, Latteria Agricola di Marmirolo). Il prodotto riesce ad avere una valorizzazione superiore sul mercato, grazie all’identificazione con un’area, un territorio, una vocazione produttiva e un formaggio che incontra il gradimento di un consumatore evoluto.

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Il Commento: Il mercato delle Panne risente molto della Stagionalità [Andrea Frascheri]

Andrea Frascheri - Direttore Commerciale e Amministratore Delegato, Frascheri Spa

Andrea Frascheri – Direttore Commerciale e Amministratore Delegato, Frascheri Spa

Il mercato delle Panne ha un andamento che risente molto della stagionalità: i valori della materia prima sono cresciuti a ridosso del Natale, dal momento che il consumo di Burro solitamente aumenta e si riflette sui prezzi delle Panne. Nei mesi di Gennaio e Febbraio, invece, abbiamo registrato un ridimensionamento dei valori, che comunque si sono collocati su livelli medio alti e, sostanzialmente, in linea con le quotazioni degli ultimi anni”.

A delineare la curva dei prezzi è Andrea Frascheri, Direttore Commerciale e Amministratore Delegato, insieme al fratello Fabio, della Frascheri Spa di Bardineto (Savona), che puntualizza: “Rispetto al passato, però, Gennaio ha segnato una contrazione dei consumi più consistente”.

Dopo un mese di Febbraio “trascorso con poco entusiasmo, da Marzo abbiamo assistito alla ripartenza dei consumi, con panne e burro destinati alla produzione di dolci da ricorrenza in vista della Pasqua e, in proiezione, per la produzione di gelati”.
Le proiezioni per i prossimi mesi, dunque, sembrano positive per il mercato di Panne e Burro.

CLAL.it - Prezzi della Panna

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La lavorazione degli alimenti e il bisogno di trasparenza

È acquisito che quando si parla di dieta sana o di cibo salutare, ci si riferisce ad una alimentazione ricca di verdura e frutta con fibre e sali minerali, piuttosto povera in sale, zucchero o grassi saturi. Ciò che viene però generalmente trascurato è il grado di lavorazione o trasformazione degli alimenti.

Quando la tecnologia cambia il cibo

Accertato che quasi tutti gli alimenti sono in qualche modo lavorati e ci permettono di avere i prodotti che fanno parte della nostra tradizione gastronomica come i formaggi, il pane od il vino, esistono le lavorazioni primarie che non alterano in modo sostanziale gli alimenti originali pur mirando a conservarli e a renderli più accessibili, convenienti, ma anche più sicuri e più gradevoli al palato. Tali processi comprendono ad esempio: refrigerazione, pastorizzazione, fermentazione, essiccazione, scrematura, confezionamento.

Poi ci sono le lavorazioni che permettono di estrarre dagli alimenti sostanze quali oli, grassi, farine, amidi, zuccheri, che in genere sono ingredienti utilizzati nella preparazione di piatti ottenuti da alimenti freschi e minimamente lavorati. Così, l’olio viene aggiunto alle insalate, la farina viene trasformata in pasta, lo zucchero viene aggiunto al latte fermentato. Aggiungendo sale, conservanti, aromi e coloranti a questi ingredienti oltre a quantità relativamente piccole di alimenti minimamente trasformati, si ottengono i cosiddetti prodotti ultra-trasformati quali snack, barrette, patatine fritte, dolciumi, bevande analcoliche, hot dog, ma anche yogurt alla frutta, margarine, bevande energetiche e sportive, bevande varie. Si tratta di alimenti progettati per essere pronti al consumo; sono tipicamente prodotti di marca, distribuiti a livello internazionale, molto pubblicizzati e redditizi.

Nuove tendenze alimentari

Ormai i due terzi dell’energia nella dieta a livello mondiale deriva dai cibi trasformati od ultra-trasformati. Sono prodotti sempre più elaborati, raffinati e presentati per essere funzionali a specifici usi e finalità. La loro composizione è ben più complessa rispetto a quella dei prodotti tradizionali e diventa difficile per il consumatore distinguerli da questi. Lo rileva uno studio della British Nutrition Foundation, da cui emerge come i consumatori preferirebbero evitare i cibi ultra-trasformati ma ammettono che sono convenienti e rapidi da usare. In generale i consumatori si dichiarano diffidenti nei confronti degli alimenti ultra-trasformati, il che dovrebbe far riflettere l’industria alimentare in quanto occorre acquisire la loro fiducia.

I consumatori sono sempre più all’oscuro non solo dell’origine, ma soprattutto del processo di produzione degli alimenti che acquistano e pertanto le imprese dovrebbero puntare su di una strategia: la trasparenza.
Azioni quali  giornate “porte aperte” con le visite agli stabilimenti (per quanto possibile),  elencazioni comprensibili degli ingredienti in etichetta, campagne di informazione reali più che emotive, diventano indispensabili per un dialogo compartecipativo con l’acquirente finale.

Fonte: Food Navigator, Cambridge.org

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Il Commento: Fare filiera in Sicilia… [Salvatore Cascone, Progetto Natura]

Salvatore Cascone - Direttore della Op PROGETTO NATURA

Salvatore Cascone – Direttore di PROGETTO NATURA

Fare filiera in Sicilia e valorizzare i grandi prodotti del territorio è possibile. Lo racconta Salvatore Cascone, Direttore della Op Progetto Natura, Cooperativa che associa oltre 250 aziende operanti nel settore lattiero caseario e collocate in tutta la Regione, con una particolare concentrazione nell’Altopiano Ibleo in provincia di Ragusa.

“Il latte raccolto viene trasformato in funzione delle diverse caratteristiche e qualifiche, per la produzione di prodotti lattiero caseari freschi e, in particolare, del Ragusano DOP, del quale la Cooperativa detiene l’80% dell’intero mercato. Il Ragusano è un formaggio a pasta filata ottenuto dalla trasformazione del latte bovino crudo, successivamente stagionato in ambienti con umidità dell’85% e temperatura intorno ai 14-15 gradi, per simulare l’habitat di una grotta”, spiega Cascone.

I formaggi freschi, il latte confezionato UHT e fresco e tutta la gamma dei prodotti lattiero caseari prodotti sono commercializzati con il marchio “RAGUSA LATTE”.

Per quanto riguarda il Ragusano Dop l’obiettivo è quello di consolidare i mercati di vendita in Sicilia, nel Centro-Sud e in Italia, per poi incrementare la quota di export, oggi intorno al 10% dei volumi prodotti e destinata prevalentemente in Germania, Belgio e Stati Uniti, dove le comunità di italiani provenienti dalla Sicilia sono maggiormente presenti. Per gli altri prodotti lattiero caseari, invece, l’obiettivo della Op Progetto Natura è di consolidare le vendite nel mercato siciliano e del Sud Italia.

“Gli obiettivi generali di Progetto Natura sono quelle di rafforzare la filiera integrata del latte in Sicilia, così da garantire la massima valorizzazione dello stesso, del territorio e tutelare il patrimonio delle nostre stalle”, afferma il Direttore Cascone.

Il formaggio Ragusano DOP

Il formaggio Ragusano DOP

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Il Commento: Latteria Chiuro, innovazione nel suo DNA [Franco Marantelli]

Franco Marantelli - Presidente Latteria Chiuro

Franco Marantelli – Presidente Latteria Chiuro

La Latteria di Chiuro – 29 stalle in Valtellina, tutte certificate per il benessere animale –  è fortemente radicata nel suo territorio, come dimostra la produzione delle due DOP: BITTO e VALTELLINA CASERA, ma, al contempo, ha l’innovazione nel suo DNA.

Lo Yogurt è entrato dieci anni fa nel paniere della Latteria di Chiuro e ha rappresentato una svolta, diventando in pochi anni la prima referenza con oltre 15 milioni di vasetti l’anno distribuiti in tutta Italia nei diversi formati, incluso il 500 g. Nel 2023 – dichiara il Presidente della Latteria di Chiuro, Franco Marantelli, Allevatore – lo yogurt ha pesato per il 36% del fatturato ed è strategico per la nostra realtà. Ha un effetto trainante e ci consente di sperimentare”.
La sua forza risiede nella qualità, nell’origine delle materie prime e nel rispetto dei tempi di lavorazione. Sulle etichette, il marchio Latte fresco Valtellina, è valore aggiunto e garanzia di origine. “Fin dall’inizio del progetto abbiamo scelto come partner per la fornitura di confetture extra dello yogurt bistrato la Cooperativa Sociale ‘Il Sentiero’ di Morbegno, che si occupa di inserimenti lavorativi di persone con fragilità. Una realtà – prosegue Marantelli – che contribuisce a rendere il nostro prodotto “Buono fino in fondo”, in tutti i sensi! Una collaborazione vincente che colloca il nostro Yogurt tra quelli di fascia Premium.”

A Maggio la Latteria di Chiuro presenterà il primo bilancio di sostenibilità, perché l’attenzione e il rispetto per il territorio, inteso nella più ampia accezione del termine – ambiente, persone, animali e risorse – è vincente per il benessere di tutti, per l’ecologia, per gli allevamenti e per garantire un futuro prospero ad una valle, dove la zootecnia significa famiglia, economia, presidio e tutela del territorio. “Nella  nostra Latteria utilizziamo al 100% energia da fonti rinnovabili, tra fotovoltaico e risorse idroelettriche – prosegue Marantelli.

Allevare in montagna non è facile, senza dubbio. Ma può regalare grandi soddisfazioni.”

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Hub: la classifica dei migliori centri di ricerca mondiali

La ricerca viene sempre più svolta nei parchi scientifici e tecnologici dove il sapere accademico si fonde con quello delle imprese per creare innovazione e cultura. Tali centri vengono ormai ovunque indicati col termine inglese hub, ossia il luogo dove si favorisce la collaborazione fra diversi soggetti come laboratori di ricerca, università, imprese, startup, investitori, istituzioni, per approntare soluzioni innovative nei vari settori.

Dai dati riportati nel Global Innovation Index 2023 dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI/WIPO), è stata stilata la classifica dei cinquanta maggiori cluster (raggruppamenti) mondiali nei settori della scienza e tecnologia basata sul numero di brevetti internazionali e di pubblicazioni scientifiche.

Ai primi cinque posti risultano i centri asiatici di Tokyo-Yokohama, Shenzhen-Hong Kong-Guangzhou,  Seoul, Pechino, Shanghai. Il primo cluster non asiatico è quello di San Francisco con la famosa Silicon Valley sede di tech companies come Adobe, eBay, Google, PayPal, che si colloca al sesto posto.

Il primo hub europeo è quello di Parigi, che si colloca al dodicesimo posto, seguito, sempre in Cina, dal tristemente famoso centro di Wuhan. Chiude la classifica al cinquantesimo posto Milano, che segue Madrid e Zurigo.

Complessivamente la Cina conta ben 13 cluster, gli Stati Uniti 12, la Germania 5, il Giappone 3; Corea del sud, Paesi Bassi ed Australia ne contano due; Italia, Francia, Regno Unito, Spagna, Svizzera, Taiwan, Israele, Singapore, così come Russia ed anche Iran, uno a testa.

I maggiori investimenti in ricerca e sviluppo (R&D) avvengono comunque negli USA, seguiti da Cina, Giappone, Germania, Corea del sud.

Fonte: WIPO

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Il Commento: i risultati di Febbraio sembrano in ripresa [Luca Comellini]

Luca Comellini - AD Caseificio Comellini

Luca Comellini – AD Caseificio Comellini

“Il 2023 per i freschissimi è stato un anno di assestamento, in quanto l’inflazione ha ridotto il potere di acquisto delle famiglie. Il 2024 è partito in maniera molto soft: Gennaio non ha dato risultati eclatanti e l’avvio è stato forse più in sofferenza rispetto ad altri anni. Dalle prime stime sembra che i risultati di Febbraio siano, invece, in ripresa.

Il 2024 avrà delle incognite, a partire dai Consumi, che risentono inevitabilmente dello scenario macroeconomico, dalla prosecuzione della guerra in Ucraina al conflitto in Medio Oriente, fino alle grandi elezioni che coinvolgeranno circa la metà della popolazione mondiale. Elementi, nel complesso, che ci diranno dove il mercato mondiale si assesta. Noi continueremo a offrire qualità al giusto prezzo”.

Parole di Luca COMELLINI, Amministratore Delegato del Caseificio Comellini di Castel San Pietro Terme (Bologna).

La politica aziendale è quella di sostenere gli allevamenti del territorio, “con una raccolta diretta del latte, interamente certificato per la DOP SQUACQUERONE di Romagna, da un complesso di otto aziende agricole concentrate nel raggio di 5 km dallo stabilimento”.

Un’attenzione alle Aziende di prossimità che si traduce in un prezzo base del latte più elevato rispetto alle quotazioni di mercato e ad un pagamento della qualità su valori più alti della media.

Accanto allo Squacquerone di Romagna Dop, i prodotti di punta del Caseificio Comellini sono la Casatella, lo Stracchino degli Angeli, il Formaggio di Castel San Pietro, la Mousse di Latte, la Ricotta, da alcuni anni anche in versione senza lattosio, segmento che risulta in costante crescita.

SQUACQUERONE

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L’evoluzione dei mercati al consumo nel 2030

I consumatori sono i soggetti che rappresentano la forza trainante delle dinamiche di mercato e che determinano la domanda.  Di conseguenza diventa importante seguirne le evoluzioni per delineare le strategie d’impresa.

Secondo le proiezioni del World Data Lab basate sull’analisi dei dati di entità quali Banca mondiale, ONU, Eurostat, OCSE, nel 2030 il più grande mercato sarà la Cina che avrà oltre un miliardo di consumatori, con un aumento del 15% rispetto al 2024. Al secondo posto l’India, con 773 milioni di consumatori ma in crescita di ben il 46% rispetto ai 529 milioni odierni. Sono qui classificati come  “consumatori”  coloro che hanno una capacità di spesa giornaliera superiore a 12 dollari.

Considerando che anche Indonesia, Pakistan e Bangladesh saranno fra i primi dieci mercati di consumo, appare chiaramente l’importanza che assumerà con due miliardi di soggetti quest’area geografica. Al terzo posto vengono gli Stati Uniti con 348 milioni di consumatori ed al quinto il Brasile. Il primo Paese europeo, la Germania, si colloca al dodicesimo posto di tale classifica, l’Italia al diciannovesimo.  Interessante è la dinamica di crescita: molto accentuata nei Paesi emergenti, ad esempio il Vietnam segna un +34%, limitata negli Stati Uniti (+4%), stagnante in Russia e Germania. In Italia ed in Giappone il mercato dei consumatori avrà un declino che sarà direttamente proporzionale al calo demografico di questi Paesi.

Le imprese dovrebbero considerare attentamente tali proiezioni, preparandosi per adeguare i loro prodotti e le strategie di marketing alle nuove dinamiche dei mercati. Dovranno anche ripensare le loro catene di approvvigionamento, di fornitura ed organizzare sistemi distributivi appropriati. La maggior quota di consumo deriverà dalla classe media, rappresentata dai soggetti con una capacità di spesa compresa fra  12 e 110 dollari al giorno (lower middle class da 12 a 50 dollari; upper middle class da 51 a 110 dollari), che è già prioritaria e che continuerà ad aumentare nel prossimo futuro. Da notare che 50 anni fa questo gruppo di consumatori viveva quasi esclusivamente nei Paesi occidentali mentre oggi è sparso in diverse regioni mondiali e rappresenta il 45% popolazione globale.

Fonte: Visual Capitalist

I primi 20 mercati Consumatori nel 2030

I primi 20 mercati Consumatori nel 2030

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Il Commento: Innovare nel mondo delle DOP è possibile [Marco Arrigoni]

Marco Arrigoni - Presidente e Amministratore Delegato dell’azienda ARRIGONI Battista

Marco Arrigoni – Presidente e Amministratore Delegato dell’azienda ARRIGONI Battista

Innovare nel mondo delle DOP è possibile e l’unico limite, accanto al rispetto del disciplinare di produzione, è la fantasia. È il caso dell’azienda ARRIGONI Battista di Pagazzano (Bergamo), tre DOP nel paniere produttivo (Taleggio, Gorgonzola e Quartirolo Lombardo) e un nuovo prodotto lanciato ufficialmente al Salon du Fromage a Parigi in questi giorni.

“Presenteremo una linea di Quartirolo Lombardo Cubettato, in olio e con aromi, un progetto al quale abbiamo lavorato per oltre un anno – spiega il Presidente e Amministratore Delegato dell’azienda, MARCO ARRIGONI -. Una modalità completamente diversa da come conosciamo questa piccola DOP del territorio, con una produzione di circa 3mila tonnellate, che vuole essere un tentativo di far conoscere questo prodotto come formaggio da aperitivo, così da intercettare i Giovani Consumatori, per poi proporlo anche nella sua versione tradizionale”. Le potenzialità sono molto ampie e i primi a manifestare interesse sono stati Giappone (Paese che ha standard qualitativi e di immagine del prodotto molto elevati) e Spagna.

“Il 2023 è stato un anno piuttosto complicato, in cui la priorità del settore è stata quella di adeguare i listini dopo la spinta inflattiva – commenta Arrigoni -. Per il 2024 ci aspettiamo un ritorno alla normalità, dopo la fase del Covid, dei conflitti internazionali e dell’esplosione dei costi. Il futuro dei Formaggi Freschi andrà sostenuto in particolare all’estero, dove vi sono possibilità di crescita, innovando senza tradire le DOP e puntando molto su conoscenza, formazione e marketing e su nuove proposte legate alle modalità di servizio e di confezionamento”.

In qualche caso, poi, innovare significa ripescare tradizioni del passato, che erano andate perse. “Lo abbiamo fatto alcuni anni fa, proponendo il Gorgonzola a Cucchiaio, un’abitudine diffusa cinquant’anni fa su parte del territorio lombardo – racconta Marco Arrigoni -. Un successo che ci ha permesso di incrementare anche le vendite all’estero”.

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Il Commento: un occhio di riguardo per le Aziende che vigilano sul territorio [Giuseppe Colla]

“In Italia le stalle sono all’avanguardia, anche grazie all’utilizzo degli interventi a sostegno delle imprese messi a disposizione all’interno dei Programmi di sviluppo rurale (PSR), impiegati per migliorare le strutture, tanto che le condizioni delle nostre nuove realtà non sono da mettere a confronto con le strutture produttive della Francia e, in parte, della Germania”.

Spezza una lancia in favore degli Allevatori italiani Giuseppe Colla, Dirigente della piacentina Colla Spa, che si sofferma anche al rischio spopolamento delle aree rurali svantaggiate e montane, dove “bisognerebbe avere un occhio di riguardo per le Aziende che vigilano sul territorio, attraverso interventi di sostegno”. In pianura, al contrario, “si assiste al rafforzamento delle realtà medio-grandi, anche se permangono le difficoltà legate al ricambio generazionale, tutt’altro che facile”.

Sul mercato, Giuseppe Colla parte dalle leggi dell’economia: “Il prezzo è dato da domanda e offerta”. Le ultime settimane stanno evidenziando “per il Parmigiano Reggiano un recupero in atto, che ritengo atteso, dopo una stagnazione delle quotazioni durata a lungo”, dice. “Per il Grana Padano – aggiunge Colla – vedo un mercato stabile e per entrambi i prodotti sappiamo bene che il giudice ultimo è il Consumatore”.

L’attività promozionale che spesso le catene distributive adottano con i due grandi formaggi DOP a pasta dura e che, talvolta, si traducono in alcune fasi a vendite sottocosto, per l’Imprenditore piacentino “fanno comunque parte della libertà delle imprese di adottare le proprie strategie di comunicazione e di richiamo della clientela”. Pertanto, “il ricorso alle promozioni contribuisce ad alleggerire le giacenze di magazzino, comportando di conseguenza un recupero dei prezzi di mercato”.

Quanto all’export e alla possibilità di riprendere il negoziato fra Ue e Mercosur, Colla allarga le proprie valutazioni su scala globale. “Grazie alla qualità dei nostri formaggi abbiamo ancora margini di crescita all’estero, compatibilmente con le quote di importazione fissate da alcuni Paesi, dal Nord America al Sud America, fino al Medio Oriente, Asia ed Europa, naturalmente”.

CLAL.it - Aziende agricole associate, per altimetria

CLAL.it – Aziende agricole associate per altimetria

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