Covid-19 e lattiero caseario: quali scelte per la ripresa? L’opinione di Angelo Rossi

Alla fine del 2019 e all’inizio di quest’anno nulla faceva presagire scenari così difficili per il Mondo e per il comparto lattiero caseario. La pandemia del Covid-19 costringe a ripensare tutti i piani. Anche quelli italiani.

Eppure, una soluzione ci può essere per favorire la ripresa italiana, anche perché in questa fase i prodotti lattiero-caseari registrano nel complesso una buona domanda interna.

Oggi più che mai è necessario operare su tre assi. Li sintetizzo di seguito.

1° Filiera unita

Serve una filiera unita e che condivide finalità comuni. Rafforzare il settore nel suo complesso porterà il benessere economico di ciascuno. I produttori di latte vanno avanti se il sistema di ritiro del latte opera senza intoppi, se l’assistenza tecnica (al bestiame, ma anche alle strutture) continua la propria attività. La trasformazione ha futuro se il latte viene consegnato e se i passaggi successivi della distribuzione sono garantiti.

In Italia la filiera si sta muovendo nella fase di raccolta e consegna del latte e dei prodotti destinati al mercato interno senza particolari intoppi, tanto che diamo quasi per scontato il suo corretto funzionamento. In altre aree dell’Europa o del Mondo non è così.

2° Sovvenzione straordinaria all’export

La situazione attuale ha evidenziato, tuttavia, un punto debole: l’export. Se guardiamo in particolare ai formaggi, la curva delle vendite italiane all’estero ha seguito negli anni un andamento crescente, segnando un aumento del 6,3% delle vendite in volume nel 2019 rispetto all’anno precedente. Nel 2020, verosimilmente, il ritmo delle esportazioni dall’Italia rallenterà.

La Cina sta ripartendo e raccomanda di consumare più prodotti lattiero-caseari

Potrebbe rivelarsi quanto mai strategico per la tenuta complessiva del sistema lattiero caseario nel suo complesso che lo Stato italiano destini una sovvenzione straordinaria all’export direttamente alle imprese. È necessario individuare urgentemente nuovi mercati strategici, dal momento che l’import degli Stati Uniti potrebbe diminuire per la crisi innescata dal Coronavirus. La Cina sta ripartendo e raccomanda ai propri Cittadini di consumare più prodotti lattiero caseari, ed è fondamentale trovarsi pronti quando tutta l’Asia mostrerà la propria fame di latte, polveri e formaggi.

Perché è strategico aiutare le imprese trasformatrici a ripartire con le esportazioni? Innanzitutto per conquistare nuovi mercati ed esplorare nuove strade; inoltre, per destinare merce all’estero e alleggerire la pressione sul mercato interno.

Sostenere le industrie e le cooperative che esportano significa difendere di rimbalzo l’Allevatore.

3° Nuove alleanze

Cooperazione e industria di trasformazione non sono antagoniste

Una situazione shock come quella dettata dal Covid-19 impone scelte radicali e rivoluzionarie. Invitiamo a costruire nuove alleanze all’interno delle filiere. Cooperazione e industria di trasformazione non sono antagoniste, ma svolgono lo stesso ruolo di lavorazione e vendita di un prodotto, destinato al consumatore in Italia e all’estero. Sarebbe interessante che i due mondi dialogassero di più per strategie, obiettivi e percorsi di filiera comuni. Soltanto insieme si superano i momenti di difficoltà.

Chi può immaginare un mondo senza latte e senza latticini? Buona Pasqua a tutti.

Asia Sudest: autosufficienza di latte | Milk Atlas

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Angelo Rossi
Informazioni su

Fondatore di CLAL, Angelo Rossi è un esperto del settore lattiero caseario. Lo caratterizza una lunga esperienza dirigenziale, maturata in piccole e grandi aziende.

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Pubblicato in Italia, Strategie di Impresa