Benessere animale, e umano: l’opinione del prof. Garofolo

Si fa tanto parlare, e giustamente, di benessere animale. Il rapporto fra uomo ed animale è stato fortemente determinato dalla filosofia occidentale e pertanto presentiamo la riflessione del prof. Giorgio Garofolo per approfondire la portata di tale tematica tanto attuale.

Il termine Benessere Animale è stato coniato in Inghilterra nel 1964 e sempre di più viene collegato all’allevamento intensivo sollevando l’interrogativo su come ed in che misura sia possibile conciliarlo con la necessità di massimizzare le produzioni.

La risposta può venire dal retaggio culturale di cui anche inconsciamente siamo pervasi, in particolare dai concetti di due filosofi alla base del metodo scientifico, Bacone e Cartesio. Essi rappresentano l’affermazione in Occidente della cosiddetta “ragione strumentale” attenta all’efficienza dei mezzi piuttosto che alla razionalità dei fini, senza porsi un problema etico. Di conseguenza se l’animale (che Cartesio equiparava ad una macchina) è considerato esclusivamente come uno strumento di produzione, il suo benessere è in chiave utilitaristica per l’efficientamento dei parametri relativi all’allevamento ed alla sua gestione, in funzione dell’evolversi delle sensibilità sociali nei confronti dell’allevamento intensivo.

L’ambiguità del concetto di “benessere” animale sta nel fatto che esso invece suggerisce la ricerca di una condizione di armonia rispetto al contesto in cui vive. Quindi ha senso parlare di benessere animale dal punto di vista dell’allevatore e delle tecniche produttive, non certo dal punto di vista dell’animale, che in ogni caso si trova in una condizione di costrizione da cui non può discostarsi (anche se vengono eliminate le gabbie, vietate le catene od altro). Ed in effetti, nel mondo anglosassone si comincia a parlare anche di animal well-being e non più solo di animal welfare.

Dato che anche noi siamo parte del regno animale, il concetto contemporaneo di “benessere” ci tocca da vicino. Esso è stabilito dalle proposte variegate del mercato ed anche dell’universo virtuale della rete, che offrono continuamente soluzioni già pronte per ogni soggetto e per ogni esigenza. In passato, invece, il concetto che designava la condizione di vita eccellente  era quello di “felicità” , condizione imperturbabile di serenità, cioè di libertà e indipendenza dal mutevole variare delle circostanze esterne e delle passioni. Dunque sempre più spesso siamo portati a credere che il “benessere” sia ottenibile attraverso il possesso di beni od il verificarsi di circostanze che stanno al di fuori di noi stessi – e che possono essere misurate e quantificate con precisione.

Il successo e l’efficacia della formula del “benessere animale” forse deriva proprio dal fatto che utilizza lo stesso modello di pensiero sotteso al più generale concetto di “benessere” come si è venuto configurando negli ultimi decenni nel nostro mondo globalizzato.


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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Benessere animale