AMUL: un giusto prezzo del latte è il cardine per la crescita del dairy in India

R.S. Sodhi - Managing Director della Gujarat Co-operative, Amul

R.S. Sodhi – Managing Director della Gujarat Co-operative, Amul

L’India rappresenta il 21% della produzione mondiale di latte, con una crescita annua del 5%. Si tratta di un settore strategico sia dal punto di vista agricolo che di quello industriale ma anche sociale ed economico, dato che permette il mantenimento della numerosissima rete di piccoli allevamenti familiari nella miriade di villaggi che caratterizzano il grande Paese asiatico. Le imprese lattiero-casearie indiane si concentrano sul mercato interno, dove si prevede che il valore della filiera possa crescere dagli attuali 30 miliardi di dollari a 110 miliardi nel prossimo decennio, grazie agli investimenti per migliorare tecnica di allevamento, logistica, packaging. Secondo R.S. Sodhi, Managing Director della Gujarat Co-operative, nota per il marchio AMUL, questa dinamica porterebbe alla creazione di svariati milioni di posti di lavoro.

Garantire un giusto prezzo agli allevatori

Obiettivo fondamentale di tale crescita resta quello di garantire un giusto prezzo agli allevatori in modo da coinvolgerli in una dinamica virtuosa di evoluzione produttiva ed una appropriata remunerazione alla trasformazione per gli investimenti necessari alle innovazioni di processi e prodotti.

La ricerca di adeguamento di prezzo nei prodotti lattiero-caseari provoca spesso delle tensioni con le lobby degli agglomerati urbani, maggiori aree di consumo, inclini a considerare ogni aumento di prezzo nei generi alimentari come fonte di inflazione e propense ad allentare i dazi all’importazione. Questo però, secondo Sodhi, sarebbe dirompente e porterebbe ad una dipendenza dall’estero come è avvenuto per gli oli alimentari di cui il Paese era autosufficiente e che ora dipende per il 70% dalle importazioni dopo la loro liberalizzazione.

Altro argomento di confronto è l’uso dei termini del latte per prodotti ottenuti da fonti vegetali come la soia, dopo che la Food Safety Standards Authority of India ha proposto di vietarli, come avviene in Europa. Le grandi aziende di questo mercato in forte crescita anche durante il confinamento da Covid per l’enfasi salutistica data a tali succedanei, insieme alla Federazione delle organizzazioni indiane per la protezione degli animali, si sono però opposte ritenendo che il divieto di usare termini del latte per prodotti da fonti vegetali sia contrario agli interessi dei consumatori ed alla lunga storia di tradizione vegana del Paese. Si prevede poi che, a causa della crisi del foodservice, a fine anno il valore delle vendite per i prodotti con marginalità più elevata del latte, gelati, creme, yogurt, che rappresentano un quinto del fatturato totale lattiero-caseario, calerà del 2-3%.

Sarà interessante seguire le dinamiche del grande mercato indiano, fra le necessità di miglioramento della filiera e di tutela delle produzioni interne con una evoluzione dei consumi verso prodotti lattiero-caseari sempre più diversificati e di elevato valore nutrizionale e sensoriale. Questo lascia anche intravedere un certo interesse per tutti quei formaggi distintivi e di elevata qualità di cui è ricco il nostro Paese.

CLAL.it - Presentazione Amul CLAL Dairy Forum

CLAL.it – Presentazione Amul CLAL Dairy Forum

Fonte: Financial Express, The Economic Times

 

 

TwitterLinkedInFacebook... condividi
Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Amul, India