Apparenza, odore, struttura o gusto: cosa piace di più nel cibo?

La misurazione del senso del piacere in un cibo si basa sulla scala edonica a 9 punti (da 1=estremamente sgradevole, a 9 = estremamente gradevole), definita nel 1957 da Peryam per misurare la preferenza alimentare dei soldati.

Misurare il gradimento del prodotto per innovare

Questa scala misura la sensazione generale di “piacere” percepita nel cibo, ma non permette di valutare singolarmente i quattro descrittori che contribuiscono a determinare il grado di accettabilità di un prodotto alimentare: apparenza (forma/colore), odore, gusto (aroma/sapore) e struttura (tessitura). Per lo sviluppo di nuovi prodotti, oppure per la innovazione di prodotto, diventa invece importante poter misurare i singoli descrittori, per capire quale aspetto ne determina maggiormente il gradimento. Infatti, apparenza, odore, gusto o struttura, non hanno tutti la stessa rilevanza per il gradimento del prodotto e la loro importanza può variare nei diversi prodotti.

In uno studio danese condotto su 67 persone, sono stati presentati quattro tipi di succhi di frutta composti da una miscela di mela e ciliegia, leggermente diversi fra di loro per il tipo di edulcorante e l’aroma, nonché per l’aggiunta di fibra. Attraverso l’analisi statistica della regressione lineare, sono state valutate le risposte dei consumatori sul gradimento delle bevande utilizzando la scala edonica da 1 a 9 . E’ stato rilevato che i consumatori non danno la stessa importanza ai diversi descrittori quando esprimono il loro gradimento. In altri termini, il gradimento non sembra essere dato semplicemente dalla somma delle sensazioni apportate dai singoli descrittori.

Nell’esperienza dei ricercatori danesi, il maggior apprezzamento per il gradimento della bevanda era determinato dal gusto, inteso come la combinazione tra sapore ed aroma percepiti a livello boccale, nasale e retronasale, mentre il meno influente era invece l’odore.

Vi è una divergenza fra la misurazione scientifica e la percezione pratica del consumatore

L’analisi sensoriale, ormai diffusamente applicata per la valutazione del gradimento delle caratteristiche dei cibi, si basa sul lavoro di degustazione di panel esperti, cioè di persone formate scientificamente. Lo studio danese dimostra che le proprietà sensoriali sono essenziali per determinare le caratteristiche e la qualità del cibo, ma appare una divergenza fra la loro misurazione scientifica e la percezione pratica da parte del consumatore.

L’articolo, pubblicato su “Food Quality and Preference”, è la dimostrazione di come sia necessario approfondire la ricerca per avere risposte obiettive e razionali da trasferire nelle tecnologie produttive.

Fonte: Food Quality and Preference, Society of Sensory professionals

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