Cambiare il modo di pensare al packaging

L’anno prossimo (2020) entrerà in vigore l’accordo di Parigi sponsorizzato dalle Nazioni Unite. Si propone di ridurre le emissioni di gas serra e di raggiungere l’obiettivo a lungo termine di frenare l’aumento delle temperature globali (global warming).

L’Unione Europea ha quindi delineato i piani per la gestione delle materie plastiche in modo da generare un’economia circolare.

La strategia mira a:

  • ripensare e migliorare la complessa catena del valore dell’industria delle materie plastiche,
  • invitare i produttori di materie plastiche, i produttori alimentari, i retailer e i consumatori a cooperare per un utilizzo più responsabile delle materie plastiche così da raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati per il 2030.

Ci sono alcuni grandi numeri coinvolti: ogni anno, in ciascuno dei principali paesi europei, vengono utilizzate 900.000 tonnellate di imballaggi di plastica all’anno solo dai rivenditori alimentari.

Gli imballaggi di plastica generano 400 milioni di tonnellate di CO2 all’anno…

Quello che forse è meno noto è che la produzione di plastica e l’incenerimento dei rifiuti plastici, a livello mondiale, contribuiscono con circa 400 milioni di tonnellate di CO2 all’anno e che l’impatto del riciclaggio di un milione di tonnellate di plastica equivarrebbe a rimuovere un milione di automobili dalle nostre strade. Quindi, senza dubbio, per rispettare gli impegni dell’Accordo di Parigi – in particolare per ridurre le emissioni di gas serra di un minimo del 40% entro il 2030 – affrontare il tema della plastica sarebbe un passo positivo.

… ma proteggono gli alimenti, riducendo gli sprechi

Ottimo in teoria ma la plastica è diventata una parte essenziale della vita moderna. Gli imballaggi in plastica ci consentono di beneficiare della produzione e della fornitura di alimenti su scala internazionale, proteggendoli e preservandoli lungo tutta la catena di approvvigionamento. Le materie plastiche riducono quindi i livelli di cibo sprecato e riducono la quantità di risorse utilizzate nella produzione e nella distribuzione: maggiore spreco alimentare, contribuirebbe infatti ad accrescere la carbon footprint.

Le emissioni globali di gas serra prodotte dallo spreco alimentare sono stimate tra 2.7 e 3.3 giga di tonnellate all’anno, pari all’8% di tutti i gas a effetto serra.

Eliminare tutte le materie plastiche che proteggono il cibo da danni e deterioramento potrebbe avere conseguenze negative in quanto, un alimento deperibile scarsamente protetto, porterebbe a maggiore spreco alimentare e ad un aumento sproporzionato dei gas serra.

Il riciclaggio della plastica è un obiettivo importante che richiede il supporto da più parti

C’è più di un’azione da considerare. Il riciclaggio delle materie plastiche è chiaramente parte della soluzione. L’Unione Europea si è posta l’obiettivo di raggiungere una percentuale di riciclaggio del 55% entro il 2030: il miglioramento delle percentuali di riciclaggio richiede il coinvolgimento di molte parti interessate, dai produttori di materie plastiche, ai governi nazionali e locali, dall’industria alle catene distributive fino ai consumatori finali. E’ quindi una questione complessa da affrontare .

Un aumento della plastica riutilizzabile è anche importante, ma ovviamente richiede nuovamente il supporto di più parti. Tuttavia, è possibile ottenere risultati più rapidi, che hanno anche un impatto significativo sull’ambiente, rivedendo il tipo di imballaggio in plastica adottato.

Produttori e rivenditori possono adottare soluzioni di imballaggio innovative

In conclusione, le implicazioni ambientali dei rifiuti plastici sono innegabili, così come lo sono le azioni legislative della Commissione Europea sulla filiera alimentare. Mentre il riciclaggio delle materie plastiche è un obiettivo importante per la società, i retailer e i produttori responsabili possono anche ottenere risultati positivi adottando tecnologie di imballaggio che utilizzano la plastica in un modo più razionale ed efficiente.

Poiché la sostenibilità non è più un desiderio per l’industria alimentare, ma un imperativo aziendale, concentriamoci su soluzioni di imballaggio che supportino i 3 pilastri dell’economia circolare: riduzione, riutilizzo, riciclaggio.

Roberto Henke, Direttore del Centro di ricerca Politiche e Bio-economia, CREA - CLAL Dairy Forum 2018

Roberto Henke, Direttore del Centro di ricerca Politiche e Bio-economia, CREA
CLAL Dairy Forum 2018

Fonte: Sealed Air

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Pubblicato in Sostenibilità