Cinque birilli per la nuova generazione di imprenditori

del Prof. Leonardo Becchetti, Economista, UNIVERSITÀ DI ROMA Tor Vergata

Il Prof. Leonardo Becchetti durante la sua relazione al CLAL Dairy Forum 2018

Il Prof. Leonardo Becchetti durante la sua relazione al CLAL Dairy Forum 2018

La responsabilità sociale ed ambientale sta diventando una variabile competitiva sempre più importante nel panorama internazionale. Ricordo l’ultimo meeting CLAL sul lago di Garda nel quale l’importanza della questione era centrale ed avvertita dai principali attori mondiali del settore lattiero-caseario. Da allora altri fatti importanti hanno rafforzato la direzione di marcia.

Il rapporto tra cibo, sostenibilità ambientale e salute è diventato ancora più centrale

Circa due anni fa Larry Fink, il CEO del maggiore fondo d’investimento del mondo (BlackRock con più di 6 trilioni di masse gestite) ha scritto una lettera alle maggiori multinazionali del globo affermando brutalmente che un’azienda senza un “sense of purpose”, senza un fine coerente con gli aspetti di responsabilità sociale ed ambientale finisce nel medio termine per perdere la legittimazione sociale ad operare da parte degli stakeholders del proprio territorio. Ed è per questo motivo che lui decide di votare col portafoglio selezionando titoli in cui investire che abbiano un livello basso di stakeholder risk o rischio ESG.  Ancora più brutale il sondaggio di Price Cooper Waterhouse secondo il quale il 77% dei fondi d’investimento mondiali uscirà dai titoli non ESG nei prossimi due anni. Passando al mondo dei consumatori la tragedia della pandemia ha rafforzato e non indebolito l’attenzione a prodotti bio. Il dato non è così sorprendente perché la pandemia ci ha fatto concentrare sul problema salute e, conseguentemente, il rapporto tra cibo, sostenibilità ambientale e salute è diventato ancora più centrale.

La spinta verso la responsabilità sociale d’impresa non arriva solo dai fondi d’investimento e dai consumatori ma anche dalle motivazioni degli imprenditori stessi. Sappiamo ormai da milioni di dati sulle determinanti della soddisfazione e della ricchezza di senso del vivere che l’uomo è un cercatore di senso e che la sua felicità è proporzionale alla generatività della sua esistenza. Per questo non stupisce che si stia affermando una nuova generazione di imprenditori più ambiziosi che si propongono di coniugare la ricerca del profitto con l’obiettivo di avere un impatto sociale ed ambientale ed essere visto con benevolenza dalla propria comunità di riferimento.

La spinta dei consumatori e l’evoluzione delle tecnologie genera una nuova competitività nella logistica e nella costruzione delle filiere. Proprio dalla Francia arriva la novità della marca del consumatore (Qui est le patron?) che in breve tempo ha raggiunto il 7 percento della quota di latte venduto nel paese con un prodotto costruito assieme da consumatori e produttori che ha garantito con successo una remunerazione ai secondi superiore a quella di mercato che aveva aumentato del 30% percento i suicidi degli allevatori in Francia rispetto alla media nazionale.

Il modello circolare sarà la chiave del futuro

Come consigliere economico del ministro dell’Ambiente posso inoltre assicurare che la batteria di incentivi e l’evoluzione della regolamentazione spingerà in modo deciso verso la transizione ecologica. Gli obiettivi saranno quelli della riduzione delle emissioni inquinanti, delle polveri sottili e il passaggio dal modello di economia lineare a quello circolare (maggiore uso di materia seconda per l’input di produzione, attenzione al ciclo di vita del prodotto, riuso degli scarti di produzione e consumo) sarà la chiave del futuro. In questa direzione spingeranno i criteri ambientali minimi sugli appalti pubblici, le agevolazioni fiscali per investimenti green e gli aiuti economici ai settori produttivi per sviluppare marchi di sostenibilità ambientale secondo lo schema “made green in Italy” già avviato da qualche anno in Italia.

Per tutti questi motivi dobbiamo concentrare nei prossimi anni i nostri sforzi per sviluppare innovazione generativa in questa direzione. L’innovazione del futuro deve essere come una boccia in grado di colpire contemporaneamente cinque birilli:

  • creazione di valore economico,
  • creazione di posti di lavoro,
  • sostenibilità ambientale,
  • sostenibilità sanitaria, e
  • ricchezza di senso del vivere.

La generatività del nostro lavoro si misurerà sulla capacità di mettere in moto processi innovativi che spingeranno avanti la frontiera del progresso sociale in questa direzione.

 

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Pubblicato in Sostenibilità