Dall’allevamento alla distribuzione, Arla punta al Net Zero

Il settore lattiero-caseario ha davanti a sé un decennio decisivo, dovendo rispondere alle richieste di una popolazione mondiale in aumento ed alla sfida per ridurre le emissioni. Il latte è tra i prodotti più nutrienti, naturali, accessibili ed universalmente accettati, quindi è doveroso un impegno a lungo termine per produrlo nel modo migliore possibile; questo anche per rispondere ai crescenti attacchi verso le produzioni animali.

Arla vuole ridurre le emissioni lungo tutta la catena di produzione

Arla nel Regno Unito associa 2100 aziende da latte. Coerentemente con le indicazioni dell’Accordo dell’ONU sul clima di Parigi (COP21), ha definito una tabella di marcia per ridurre entro il 2030 le emissioni in atmosfera lungo l’intera catena del valore, comprendendo le aziende agricole, i siti di produzione e la logistica, in modo da raggiungere entro il 2050 anche l’obiettivo net-zero, la neutralità nel bilancio delle emissioni. Nel concreto, Arla si è attivata per ridurre entro il 2030 le emissioni totali del 63%, rispetto a una base di riferimento del 2015 e del 30% per kg di latte e siero. La cooperativa è tra le prime aziende lattiero-casearie a livello internazionale a far verificare i risultati ottenuti dalla Science Based Targets Initiative (SBTi), una entità che associa organismi pubblici e privati quali l’ONU Global Compact, il WWF, il World Research Institute, per accompagnare le imprese nel raggiungimento degli obiettivi climatici.

Le emissioni della cooperativa provengono da cinque settori chiave: l’agricoltura, che rappresenta l’83% delle emissioni totali, la produzione (4%), l’imballaggio (2%), la logistica e il trasporto (2%) e altre aree (9%). Solo negli ultimi sette anni, Arla UK ha ridotto le emissioni del 14% per kg di latte prodotto in azienda, del 24% nella trasformazione, del 25% nel trasporto e nella logistica e del 18% nel processo di confezionamento. Per raggiungere i suoi obiettivi, Arla accelererà ora le attività in ogni parte della filiera, con azioni specifiche che comprendono in particolare il passaggio al 100% di elettricità rinnovabile nei siti di produzione entro il 2025 ed in generale l’ottimizzazione nell’uso dell’energia. L’utilizzo di carburanti alternativi, come il biogas (in parte generato dai liquami), contribuirà all’86% delle riduzioni di emissioni nei trasporti e nella logistica da realizzare entro il 2030, mentre entro il 2025 tutti i prodotti di marca verranno confezionati in imballaggi riciclabili al 100%, con l’impegno di eliminare tutta la plastica vergine (fossile) dagli imballaggi di marca entro il 2030.

Gli allevatori verranno formati ed incentivati

Gli allevatori verranno formati ed incentivati per adottare pratiche più sostenibili nelle coltivazioni, utilizzare fonti di energia elettrica rinnovabili, in particolare biogas generato anche dal liquame, per valorizzare le concimazioni organiche. Gli stessi sono stati coinvolti nel nuovo programma di energia rinnovabile a ciclo chiuso, che vede la cooperativa acquistare energia direttamente dai suoi soci che producono elettricità nelle loro aziende agricole tramite turbine eoliche o digestori anaerobici. Un esempio dell’approccio innovativo di Arla alla riduzione delle emissioni in azienda è rappresentato dal modo in cui aiuta gli allevatori a gestire la razione alimentare delle vacche. E’ stato calcolato che, perfezionando la razione in modo che includa esattamente il 16% di proteine, è possibile non solo produrre un volume ed una qualità di latte ottimali, ma anche ridurre potenzialmente le emissioni in dell’8%.

Catena di approvvigionamento della filiera lattiero-casearia

CLAL.it – Catena di approvvigionamento della filiera lattiero-casearia

Fonte: Arla Food

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Ambiente, Catene di approvvigionamento