Domanda incerta e offerta in aumento + Commento di Michele Falzetta [Latteria Soresina]

Di: Mirco De Vincenzi

Il mercato lattiero-caseario vive uno squilibrio tra domanda e offerta, spinto dagli aumenti produttivi in USA e UE-27. La domanda, invece, resta debole in un contesto di incertezza geopolitica.

In UE la produzione di latte è in recupero grazie a migliori condizioni climatiche e al calo dei casi di Blue Tongue. Olanda +4,8% ad Agosto; Germania e Francia rispettivamente +5% e +3,1% nelle prime settimane di Settembre.

La domanda nel primo semestre rimane incerta: in Cina si continua a lottare contro il crollo dei consumi, e negli USA si riduce il sentiment del Consumatore per i problemi del mercato del lavoro e per l’impatto dei dazi.

In questo contesto, i prezzi dairy stanno mostrando segnali di diminuzione. Si tratta, probabilmente, di una fase congiunturale più che strutturale, che riflette l’attuale combinazione di maggiore disponibilità e di una domanda incerta.

Il commento

Michele Falzetta

Michele Falzetta - General Manager di Latteria Soresina

“Il 2025 si presenta straordinario, sia per l’andamento climatico che produttivo. L’anticipo dell’estate, con un giugno molto caldo, ha inizialmente limitato l’aumento produttivo, esploso poi tra luglio e agosto con punte fino al +10%, non solo in Italia. Un aumento dovuto a migliori tecnologie di raffrescamento, robot di mungitura, prezzi del latte favorevoli, più manze e minori casi di Blu Tongue, manifestatosi con una rapidità senza precedenti.
Tale incremento repentino ha sicuramente implicazioni nello sbilanciamento immediato tra offerta e domanda, ripercuotendosi sui valori delle commodities, poiché l’incremento della domanda non risponde con la stessa elasticità dell’offerta.
Ma chiediamoci se questo fenomeno è deleterio o possa aiutare a ripristinare un giusto posizionamento dei prodotti lattiero caseari.
I consumi dei colossi DOP, quali Grana Padano e Parmigiano Reggiano, nel canale retailer Italia presentano rispettivamente -6,3% e -13,4% a volume nei primi sette mesi dell’anno corrente, mitigato parzialmente dalla quota export (Fonte Nielsen). Con prezzi medi dove il consumatore fa fatica a comprare gli stessi quantitativi dell’anno precedente, preferendo prodotti alternativi o sostitutivi. Consumatore che nell’ultimo triennio ha perso circa 8% del potere di acquisto. Allora un riposizionamento potrà sicuramente stimolare la domanda latente di quei consumatori affezionati ai prodotti valoriali quali DOP, e non solo, con un potere di acquisto più limitato.
Sono sicuro che questa dinamica aiuterà tutto il sistema lattiero caseario stimolando la domanda.
Non bisogna temere le leggi del mercato ma bisogna surfarle, evitando speculazioni che sono il male per tutti gli attori, considerando il latte sempre come un prodotto valoriale che merita la sua dignità riconquistata negli ultimi anni.”

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