Investire nell’inclusione ha valore sociale, ma anche economico

Sulla scia della pandemia e di due anni di crescente inflazione, c’é bisogno di rinnovamento e di un nuovo impegno per l’innovazione, ma bisogna farlo bene. In generale, sebbene siano state lanciate nuove iniziative e siano stati compiuti notevoli progressi, il settore dei prodotti di largo consumo è ancora in ritardo quando si tratta di promuovere la diversità sociale e l’inclusione, fattori che portano all’innovazione.

L’inclusione di minoranze porta ad innovazione

Il tema è molto sentito negli Stati Uniti, un Paese cosmopolita fatto di tante diversità che richiedono prodotti innovativi ed approcci aziendali diversi. Più le persone con retaggi etnici, culturali, sociali diversi entrano nella filiera produttiva e distributiva, maggiore sarà il potenziale di innovazione. Ciò comprende sia coloro che vengono assunti, sia coloro che avviano la propria impresa e lanciano nuovi marchi. Uno degli sviluppi più promettenti dell’ultimo decennio nel settore dei prodotti di largo consumo è stato l’apporto dato dal numero crescente di donne, minoranze tradizionalmente non rappresentate ed anche membri della comunità LGBT, che sono entrati nel settore produttivo come fondatori di start-up. Molti di questi soggetti hanno introdotto nuovi marchi e prodotti unici proprio grazie alla loro identità, il che rappresenta la prova commerciale del possibile valore di aprirsi all’inclusione delle diversità. C’è stato poi un certo dinamismo anche ad inserire le donne e le minoranze etniche in responsabilità aziendali più elevate, il che ha portato a nuovi approcci organizzativi ed operativi. Questo ha dato maggiore enfasi, ad esempio, ai marchi personalizzati “adatti per te”, contribuendo ad un maggiore coinvolgimento delle persone e delle comunità sottorappresentate e sottoservite.

“Diversity welcome” nella strategia aziendale

Il 2023, anno che presenta tante instabilità, deve essere il momento per le aziende, i rivenditori e gli investitori, di accelerare l’impegno per aumentare la diversità e l’inclusione attraverso iniziative di formazione volte a promuovere le donne e le minoranze, oppure sostegni come borse di studio per quanti sono interessati ad entrare nel settore dei prodotti di largo consumo. Soprattutto le grandi aziende dovrebbero adottare la massima del “diversity welcome”, aperti alle diversità.

Anche i venture capital, cioè i fondi d’investimento per finanziare l’avvio o la crescita di un’attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo, innovazione ed attrattiva, possono trovare nuovo interesse per le aziende fondate da imprenditori tradizionalmente poco rappresentati. Le aziende fondate da donne o da persone di colore, latini, asiatici, non solo faticano ad ottenere finanziamenti da tali fondi ma, in molti casi, non riescono nemmeno ad attrarne l’interesse.

Nel settore distributivo è significativo il fatto che grandi insegne come Kroger, Target, Albertsons sostengano che la diversità e l’inclusione equivalgono all’innovazione ed attuano azioni quali promozioni, gare a premio, posizionamenti a scaffale specifiche per i nuovi prodotti.

I rivenditori grandi e piccoli possono dare un notevole impulso agli imprenditori che avviano aziende innovative, sostenendoli finanziariamente attraverso investimenti e prestiti, generando fedeltà al marchio.

L’innovazione riguarda anche la tradizione, che rappresenta un fattore dinamico di crescita e diversificazione basato sull’evoluzione culturale e sociale. Bisogna essere aperti alle novità.

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Fonte: Just Food

 

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Innovazione, Sostenibilità, Strategie di Impresa