La crescente richiesta di alimenti salutistici, o ritenuti tali, comporta l’offerta di una serie sempre più ampia di prodotti che vengono percepiti essere più genuini e comunque più attraenti. All’inizio, questa tendenza ha portato ai prodotti alleggeriti (light) in grassi e zuccheri, fino ai recenti free from e di conseguenza a riformulare o modificare quanto era presente da tempo sugli scaffali, mantenendo lo stesso gusto. Un esempio significativo per il settore lattiero-caseario può essere quello dei probiotici.
Innovare in cibi sani abbinando tecnologia e marketing
In questa nuova percezione del cibo, il “buono per la salute” è abbinato al “buono per l’ambiente”, cioè alla sostenibilità ed anche le maggiori imprese alimentari si stanno orientando in tal senso. E’ recente la notizia dell’acquisizione da parte di Nestlé della californiana Sweet Earth’s, azienda fondata nel 2011 per realizzare nuovi prodotti a base di proteine vegetali. Anche Unilever si è orientata in questa direzione riformulando i propri prodotti per ridurre i residui di lavorazione e raggiungere entro il 2020 gli standard nutrizionali più ambiziosi.
Però, mentre può essere abbastanza semplice riformulare o modificare i prodotti, il fatto di innovare per renderli più attraenti al consumatore è molto più complesso e rappresenta la vera sfida per le imprese tradizionali.
Innovare significa presentare sugli scaffali qualcosa di diverso, più attraente e dunque desiderabile rispetto a quanto esisteva precedentemente, attraverso un grande apporto scientifico e tecnologico.
Fonte: Just Food