La solidità dei rapporti e gli obiettivi di Zanetti Spa [Intervista a Valentina Zanetti]

Il benessere complessivo dell’azienda? Viene prima dell’interesse personale, esattamente come nella famiglia, dove il bene di tutti si antepone all’individualismo. E poi le fake news montate contro la zootecnia da un veganesimo che è “esclusivo” e che potrebbe, al contrario, convivere pacificamente come libera scelta di modelli alimentari che non necessariamente devono sfociare in una guerra contro il latte. Gli obiettivi dell’export verso il Far East, mentre si procede a consolidare il più grande mercato verso un Paese singolo, rappresentato dagli Usa. E ancora: le dinamiche innescate dalla pandemia in termini di gestione aziendale (dove la forza della gestione familiare, ancora una volta, risulta vincente) e nei risvolti di consumo.

Valentina Zanetti di Zanetti S.p.A.

Valentina Zanetti – Export Manager di Zanetti S.p.A.

Intervista ricchissima quella che rilascia a Clal la giovane Valentina Zanetti, che insieme al papà Attilio e al cugino Paolo si occupa delle vendite all’estero dell’azienda di famiglia. Un grande gruppo, con sede legale a Lallio (Bergamo), un fatturato che nel 2020 ha toccato i 504 milioni di euro e una quota export del 68 per cento. Due i caseifici di produzione di Grana Padano, a Marmirolo (Mantova) e San Gervasio (Brescia), con una produzione di 330.000 forme (dato 2020). Due anche gli stabilimenti di confezionamento, a Lavis (Trento) per il Grana Padano e a Panocchia (Parma) per il Parmigiano Reggiano. I magazzini di stagionatura si trovano a Castelbelforte (completamente automatico), Corcagnano (Parma) e Reggio Emilia.

Qual è stato l’impatto della pandemia sui consumi, sulle vendite e le modalità operative?

“Il nostro modo di lavorare è stato completamente stravolto dall’emergenza Covid. Orari, flussi, confezionamento, produzione: abbiamo dovuto riadattare tutto. Per fortuna siamo una realtà a diretta gestione e controllo della nostra famiglia, in cui le decisioni possono essere assunte in maniera tempestiva ed efficace. Questo ci ha consentito grande flessibilità e capacità di adattamento in un momento di cambiamenti costanti e repentini. Anche e soprattutto della domanda, certo. I consumi sono cambiati, hanno seguito l’evoluzione degli eventi. La chiusura del mondo Horeca ha indirizzato l’intera domanda verso il canale Retail (con un aumento sostanziale dei costi per chilogrammo). La gdo in Europa negli ultimi mesi ha compensato la riduzione dei volumi Extra Ue, più concentrati sul canale Horeca”.

Quali sono i vostri principali canali di vendita?

“Siamo abbastanza equilibrati nell’esposizione ai diversi canali, certamente questa diversificazione del rischio ci ha permesso di mantenere i nostri volumi stabili nel 2020, dove le perdite del canale Horeca sono state compensate dalla crescita del canale retail”.

Qual è la vostra quota export?

“Esportiamo quasi il 70% del nostro fatturato totale, che è circa 500 milioni di euro”.

Quale approccio seguite?

La visione di costruire qualcosa insieme al cliente

“L’approccio direi è quello della longevità, se così si può definire, che significa solidità dei rapporti con i nostri clienti. Vogliamo impostare collaborazioni di lungo termine, basate sulla fiducia reciproca e con la visione di costruire qualcosa insieme”.

Dove pensate di crescere maggiormente con i vostri formaggi?

“In questi ultimi anni i mercati dell’Unione europea sono stati in significativa e constante crescita: puntiamo a continuare. Nel 2021 ci aspettiamo una crescita dall’Estremo Oriente, in particolare dalla Cina. Mentre negli Stati Uniti, più grande singola destinazione export, dove lo scorso anno siamo cresciuti nonostante i superdazi, puntiamo a consolidare i già ottimi risultati ottenuti”.

Avete partecipato a Gulfood a Dubai. Qual è il sentiment degli operatori? Come è cambiato il settore delle fiere?

“Abbiamo partecipato con entusiasmo e con l’emozione di poter rincontrare personalmente i nostri partners. Ci auguriamo che le fiere continuino ad essere fisiche, occasioni di contatto umano oltre che professionale. La gestione delle fiere in questo momento è un lavoro delicato, noi saremo ben contenti di continuare a portare i nostri formaggi in giro per il mondo”.

Quali investimenti avete in progetto?

Sfide importanti, come la sostenibilità ambientale e la promozione all’estero


“Sul piatto ci sono sfide importanti, come la sostenibilità ambientale, la promozione all’estero, che richiedono coraggio e capacità di visione. Ma fare previsioni e parlare di investimenti nel pieno di una crisi sanitaria, economica e sociale di dimensioni mondiali è azzardato. Certamente continueremo a seguire l’esempio delle generazioni che ci hanno preceduto, e che hanno creato la Zanetti, ovvero continuare a investire gli utili all’interno dell’azienda”.

Quali sono, a suo parere, le maggiori sfide per il prossimo futuro?

“Sono tanti i fattori che vanno considerati e governati. In Europa si sta diffondendo un sentimento anti-zootecnia molto pericoloso. La diffusione dei prodotti vegani, della dieta a base di proteine vegetali, assolutamente legittima, è troppo spesso accompagnata da campagne molto violente che muovono accuse false e strumentali all’allevamento e ai prodotti che ne derivano. In questi mesi i social e, ahimè, a volte anche la televisione, hanno diffuso tendeziose associazioni tra zootecnia e virus. Si tratta purtroppo di fake news, che ledono fortemente l’immagine e la credibilità del settore, ma soprattutto influiscono erroneamente sulle scelte dei consumatori. Una delle maggiori sfide che ci aspettano è impedire che la promozione del veganesimo passi attraverso la demonizzazione dei prodotti di origine animale.

Comunicare gli sforzi del settore per ridurre l’impatto ambientale

Lo stesso, purtroppo, sta succedendo in tema di sostenibilità. Si sta diffondendo il binomio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità della dieta. Si assume che un prodotto di origine vegetale sia più sano e meno inquinante: falso. Noi abbiamo il dovere di comunicare tutti gli sforzi che il settore caseario ha fatto e continua a fare, per ridurre il suo impatto ambientale. È nostro compito far capire che anche la produzione di vegetali può essere non sostenibile, che la sostenibiltà attiene alle tecniche di produzione, non al settore o al prodotto.

Il tema della sostenibilità e delle sue declinazioni, ambientali e dietetiche, verrà presto poi trasferito in etichetta. L’altra grande sfida per il prossimo futuro sarà impedire la diffusione del Nutriscore e tutte quelle etichette che usano i colori per indirizzare le scelte di acquisto. Dobbiamo aprire un dialogo con le istituzioni per impedire che le etichette nutrizionali diventino degli strumenti commerciali”.

Qual è il valore aggiunto dell’azienda familiare?

Prima dell’obiettivo personale viene il benessere dell’azienda

“Prima di tutto vorrei ricordare che il modello di business familiare esiste, praticamente, solo in Italia. Nelle aziende europee, di norma, i manager si alternano e sono vincolati alla realizzazione di obiettivi specifici di breve-medio periodo, non importa a quale costo. In una azienda familiare questo è escluso. Prima della realizzazione dell’obiettivo personale viene il benessere complessivo dell’azienda, esattamente come nella famiglia il bene di tutti si antepone all’individualismo. I luoghi sono quelli in cui si intrecciano storie familiari, sguardi, sorrisi, ammonimenti tra padri e figli, nonni e nipoti, fratelli e cugini prima che riunioni di lavoro. Il legame sentimentale tra persone, prodotti, ambienti si mescola ed è fortissimo. Ogni fotografia appesa al muro, ogni pubblicità storica, ti ricorda chi sei, oltre a cosa fai. Tutto quello che ti circonda ti investe della responsabilità di continuare a lavorare non tradendo mai il grande esempio delle generazioni arrivate prima di te”.

Cosa significa essere una donna in un mondo dove la prevalenza maschile è ancora marcata?

“Che tu ti chiami Valentina, Rodolfo o Antonio, nella Zanetti Spa non importa. Sono altri i valori che contano: dedizione, spirito di sacrificio, lealtà, rispetto, amore per l’azienda. Gli stessi che tutti noi nipoti abbiamo ereditato, senza distinzione di genere”.

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Matteo Bernardelli
Informazioni su

Giornalista. Ha scritto saggi di storia, comunicazione ed economia, i libri “A come… Agricoltura” e “L’alfabeto di Mantova”.

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