Di: Mirco De Vincenzi e Alberto Lancellotti
Il settore lattiero-caseario si trova oggi ad affrontare un contesto complesso, segnato da forti incertezze geopolitiche ed economiche.
Nei mesi scorsi, la minaccia di nuovi dazi statunitensi ha generato preoccupazione tra gli esportatori europei, spingendo gli acquisti da parte degli Usa. Nel solo mese di Gennaio l’export di formaggi italiani verso gli States è aumentato del 12,2% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Dazi o no (sono stati sospesi per un periodo di 90 giorni e dovrebbero entrare in vigore, se Ue e Usa non troveranno un accordo, all’inizio di Luglio), c’è un’altra questione che potrebbe influire sull’export dall’Unione Europea e dall’Italia verso gli Stati Uniti: il cambio euro/dollaro.
Nelle ultime settimane il cambio euro/dollaro ha evidenziato un importante rafforzamento della moneta europea, toccando il controvalore di 1,147 il 22 Aprile 2025. Questo trend, se da un lato favorisce le importazioni europee di materie prime strategiche (come alimenti per bovini ed energia), dall’altro rappresenta un ostacolo per le esportazioni.
Un esempio con le due grandi Dop a pasta dura, Grana Padano e Parmigiano Reggiano:
- Il prezzo corrente del Grana Padano (MN – stagionatura 10 mesi) si aggira fra un minimo di 10,90 €/kg e un massimo di 11,05 €/kg. Tradotto in dollari al cambio del 7 maggio scorso, significa un prezzo che oscilla fra un minimo di 12,38 $/kg e un massimo di 12,55 $/kg. Tre mesi fa (7 febbraio 2025), il prezzo del Grana Padano negli Usa era compreso fra 11,31 e 11,47 $/kg, vale a dire che – con la svalutazione del dollaro e il rafforzamento dell’euro – oggi il prezzo del Grana Padano è più alto di un dollaro al chilogrammo.
- Vediamo il Parmigiano Reggiano. Il prezzo corrente (PR) dello stagionato 12 mesi è compreso fra 12,80 e 13,05 euro al chilogrammo. Tradotto in valuta americana, siamo con il tasso di cambio del 8 maggio, su quotazioni comprese fra 14,46 e 14,74 $/kg. Tre mesi fa, il 7 febbraio 2025, il prezzo del Parmigiano Reggiano era fra 13,28 e 13,54 $/kg.
Un Euro forte, si comprende molto bene con gli esempi appena fatti, rende i prodotti europei meno competitivi per i buyer statunitensi, soprattutto in un contesto già caratterizzato da prezzi Dairy sostenuti. Il rischio è, ovviamente, un possibile calo dei volumi esportati oltreoceano.
Le prossime settimane saranno decisive. Le scelte politico-economiche dell’amministrazione USA avranno un ruolo chiave nel delineare le prospettive del mercato Dairy, sia a livello europeo che su scala globale.