
Riccardo Deserti – Presidente di Origin Mondo e Direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano – foto Linda Vukaj
Riccardo Deserti, Direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, è anche il Presidente di Origin Mondo. Un incarico prestigioso, ancorché meritato, ma anche impegnativo per la missione di valorizzazione che accompagna il segmento delle Indicazioni Geografiche.
Presidente Deserti, per i non addetti ai lavori: che cos’è Origin Mondo e come opera?
Origin Mondo è una organizzazione non governativa con sede a Ginevra, dove ci sono le sedi della WIPO (l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale, che gestisce gli aspetti dell’Accordo di Lisbona sulle indicazioni Geografiche) e del WTO (l’Organizzazione mondiale del commercio). Origin Mondo è un’organizzazione che riunisce le più importanti indicazioni geografiche mondiali – più di 600! – per la loro valorizzazione.
In Origin si ritrovano insieme le IG di Italia, Francia, Spagna e dell’Unione Europea, ma anche quelle presenti in Sud America, Africa, Asia, con l’obiettivo di promuoverle al di là dei confini e del regolamento europeo recentemente approvato. Le Indicazioni Geografiche, compresi i formaggi Dop, avranno un futuro se potranno essere tutelate in reciprocità. Come Origin Mondo lavoriamo affinché il sistema di promozione e tutela dei nostri consorzi possa essere preso a modello per una gestione virtuosa delle Indicazioni Geografiche anche al di fuori dell’Europa.
Se facciamo riferimento ai formaggi Dop, il loro futuro dipende dalla capacità di assicurare una tutela effettiva e legata a principi di reciprocità. Gli americani ritengono che il sistema delle IG sia di stampo protezionistico, proprio mentre la grande industria a stelle e strisce vorrebbe più che mai utilizzare nomi come Parmesan, Taleggio, Asiago per sfruttare il nostro Made in Italy. Ma la tutela delle IG è tutto fuorché un sistema protezionistico: oggi sono registrati nell’UE oltre 500 prodotti agroalimentari extracomunitari, ai quali viene garantita protezione nel mercato europeo. Il messaggio alla controparte americana è chiarissimo: noi vogliamo a tutelare Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Asiago, e le nostre Dop lattiero casearie, ma siamo assolutamente disponibili se gli americani volessero registrare un American Cheddar con un capitolato specifico, perché riteniamo giusto che anche uno specifico formaggio Usa possa trovare spazio in Europa con le adeguate tutele”.
Dove le nostre IG rischiano di più?
L’Africa sarà a 30 anni un mercato strategico
Quali sono i vantaggi delle IG?
Un modello che dia valore a tutti i componenti della filiera
O, ancora: la Cina sta cercando di risolvere i numerosi problemi con le aree rurali attraverso la cultura e il modello delle IG, in modo da offrire soluzioni di crescita lungimiranti, in grado di risolvere problemi anche di natura sociale, attraverso modelli di sviluppo consolidati. Rispetto all’Europa hanno prodotti diversi: tè, spezie, alcuni prodotti utilizzati nella medicina cinese, prodotti nel settore tessile. Ecco, Origin Mondo punta a promuovere la crescita di questo scacchiere globale nel rispetto di una crescita reciproca”.
Le tensioni geopolitiche potrebbero portare all’imposizione di dazi nel settore agroalimentare. Quali sono i rischi per l’Italia e per l’Ue?
“La minaccia è concreta e in vista delle elezioni negli Stati Uniti è circolata l’ipotesi di alzare i dazi sui prodotti agroalimentari europei. Si tratta, in verità, più che di eventualità di richieste esplicite da parte della filiera lattiero casearia americana, che oggi è in difficoltà per un basso prezzo del latte e alle prese con la chiusura di molte stalle. È logico che la rappresentanza degli allevatori abbia avanzato richieste protezionistiche, anche se gli economisti più volte hanno sottolineato l’inefficacia nel medio-lungo periodo di politiche tariffarie e di chiusura al libero mercato. In caso di barriere daziarie, logicamente, anche la filiera lattiero casearia italiana potrebbe essere penalizzata, almeno in parte”.
Il codice doganale di Grana Padano e Parmigiano Reggiano è unico per entrambi i prodotti Dop. Quando si riuscirà ad avere due codici distinti?
“Con la riforma delle Dop a livello europeo si potrà fare una revisione dei codici e avere due assegnazioni. Attualmente stiamo definendo col ministero le modalità per arrivare ad avere un codice a otto cifre dedicato a ciascun prodotto. Speriamo di riuscire ad avviare la procedura formale entro quest’anno, in modo così di arrivare ad avere definito i codici doganali, Istat, Eurostat, così che possa entro il 2025 essere esecutivo il percorso di identificazione dei flussi commerciali distinti dei due formaggi Dop”.
Quali sono i punti di forza di Clal e i vantaggi per gli operatori del settore che lo consultano? E quali suggerimenti darebbe per migliorare ancora i servizi offerti da Clal?
“Clal può vantare due punti di forza oggettivi: la completezza dei dati e la facilità di consultazione. Due aspetti sui quali non vi sono né punti deboli né carenze. Anzi, ritengo che per un operatore del settore lattiero caseario sia uno strumento di estrema utilità poter contare su una mole così completa di numeri, cifre, dati, tendenze. Permette di creare un quadro completo e ben delineato, molto utile per chi fa parte di questo mondo.
Una parte che si potrebbe implementare, in ottica di formazione e di servizio, riguarda l’opportunità di sviluppare anche momenti di community e di confronto con i sostenitori, magari nella logica di fare indagini ad hoc, con conseguente dibattito. Sarebbe un elemento in più per diventare una sorta di Forum Ambrosetti dei dati sul lattiero caseario”.