Doverosa premessa: le consegne di latte a livello mondiale sono in diminuzione. Il bilancio delle consegne dei principali Paesi esportatori (Argentina, Australia, Bielorussia, Cile, Nuova Zelanda, Ucraina, UE-28, Usa, Uruguay) per i primi mesi del 2019 è negativo: -0,9% su base tendenziale. Nel mese di Marzo, addirittura, gli Stati Uniti – alle prese con un’ondata massiccia di chiusura di stalle – segnano una contrazione delle produzioni (-0,4% rispetto a Marzo 2018).
La domanda mondiale è sostanzialmente stabile, con la Cina che anche all’inizio del 2019 conferma la propria grande “fame” di prodotti lattiero caseari, con importazioni in aumento. I prezzi dovrebbero dunque mantenersi sostenuti.
Nello scenario globale, un altro fattore sta assumendo un’importanza crescente in questa fase: il petrolio, che dopo una flessione dei prezzi fra Ottobre e Dicembre 2018, con l’inizio dell’anno ha innescato una spirale rialzista, attestandosi su una cifra superiore ai 70 dollari al barile. Quali saranno le conseguenze per i paesi importatori, fra i quali l’Italia, dopo che gli Stati Uniti hanno posto fine alle esenzioni all’embargo sull’import di greggio dall’Iran?
E quali saranno le conseguenze del rialzo del prezzo del petrolio sui cereali e sulle polveri di latte, stante un acclarato legame fra l’andamento del greggio e appunto di commodity quali cereali e polveri?
Le importazioni di prodotti lattiero caseari dell’area OPEC (l’Organizzazione dei Paesi esportatori del petrolio, con sede a Vienna, costituita da Algeria, Angola, Ecuador, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Venezuela) nei primi due mesi del 2019 sono state a crescita zero (-0,4%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A Gennaio e Febbraio 2018, invece, il trend di crescita dell’import fu del 10,8% su base tendenziale.
Complessivamente, nel 2018 le importazioni dei Paesi OPEC in milk equivalent (ME) sono diminuite dell’1,1% rispetto al 2017. Polveri e formaggio rappresentano le prime voci in volume nell’export verso i Paesi dell’Opec.
Nei primi due mesi del 2019 è stata la Libia a segnare il maggiore incremento percentuale di import lattiero caseario (+423,1%), mentre Algeria ed Emirati Arabi Uniti hanno registrato la maggiore diminuzione in volume.
Fondamentali, per rafforzare l’import, sono essenzialmente due elementi: la stabilità economica, data dal prezzo del petrolio (più è alto, maggiori sono le importazioni) e la stabilità politica, essenziale per garantire gli acquisti delle famiglie, sostenere i consumi interni, il turismo.
La storia insegna che nell’area mediorientale, “disegnata” di fatto dall’accordo Sykes-Picot all’inizio del Novecento, la pace e la stabilità politica sono molto complesse. Sperare, tuttavia, è lecito.