Reinventare il latte

Negli ultimi vent’anni il consumo di latte negli USA è diminuito del 25%. Nonostante le consistenti campagne di comunicazione, fattori quali la proliferazione delle bevande alternative, la riduzione del suo consumo a colazione, le nuove normative sul latte nelle scuole, hanno comportato questo continuo declino, che ha riguardato soprattutto il latte scremato.

Negli USA c’è un cambiamento negli stili di consumo del latte

Comunque, i consumi totali di latte e derivati nel loro complesso, espressi in Milk Equivalent (ME), fanno registrare una regolare progressione, a significare che non c’è un rifiuto del latte ma un cambiamento nei modi e negli stili di consumo del latte. Il costante progresso nei consumi di formaggio, creme, yogurt, latti aromatizzati, dimostra che i consumatori ricercano maggiormente i benefici e le potenzialità del latte nei prodotti che da esso derivano, e che non sempre sono quelli tradizionali.

Un esempio eclatante è il burro, che sta guadagnando posizioni rispetto alle margarine un po’ in tutti i contesti ed i cui benefici per la salute sono percepiti essere ben superiori rispetto al suo elevato contenuto in grassi saturi. Questo è significativo per indicare come i benefici del latte possano essere affermati e compresi dai consumatori se associati a genuinità, aroma, potere nutritivo, nonostante la prevalenza in internet, mezzo a cui tanti si rivolgono come fonte ritenuta affidabile, di messaggi del mondo vegano che non aiutano certo la corretta informazione.

Le bevande vegetali non possono competere con i micronutrienti presenti naturalmente nel latte

Invece, l’evidenza scientifica è chiara nel confutare certe asserzioni. Ad esempio, le bevande vegetali, anche se arricchite in calcio o vitamina D, non possono competere con tutti i micronutrienti presenti naturalmente nel latte. La loro composizione ed origine, inoltre, difficilmente giustifica positività quali il rispetto dell’ambiente o contenuti salutistici che certi messaggi vogliono trasmettere.

La crescente attenzione per il benessere animale e tecniche produttive più appropriate con la predisposizione di prodotti lattieri innovativi, oltre alla dimostrazione scientifica della loro positività per la salute, possono contribuire a rispondere alle attese di un consumatore che cambia. Significativo il fatto che l’impronta di carbonio, cioè il gas effetto serra negli allevamenti USA, secondo i dati della Cornell University, sia diminuito di oltre il 60% dal dopoguerra ad oggi. La ragione è l’aumento del 443% nelle rese, che permettono alle attuali 9 milioni di vacche di produrre più latte rispetto ai 26 milioni che venivano allevate nel 1944.

Reinventare, o riscoprire il latte è possibile, attraverso l’uso appropriato delle sue potenzialità e l’immissione sul mercato di prodotti che ne trasmettono il valore.

CLAL.it - Stati Uniti: Produzioni di Latte

CLAL.it – Stati Uniti: Produzioni di Latte

CLAL.it - Stati federati degli USA: produzioni di Latte

CLAL.it – Stati federati degli USA: produzioni di Latte

 

Fonti: Statista, Cornell University, American Farm Bureau Federation

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Allevamento, Ambiente, Burro, Latte, USA