Salubre, sostenibile, di qualità: la ricetta di Valentina Panizzi [Intervista]

Valentina Panizzi - Responsabile Marketing del Caseificio Valcolatte

Valentina Panizzi – Responsabile Marketing di Valcolatte S.p.A.

Potrebbero bastare questi dati, evidenziati da Valentina Panizzi, a raccontare il successo di un prodotto come RiCcotta, lanciato quattro anni fa, rimbalzato anche sulle pubblicità dei principali canali televisivi e uno dei simboli della realtà lattiero casearia Valcolatte. “Mentre il mercato della ricotta a peso imposto perde progressivamente tra Gennaio e Marzo 2022 il 15% in volume e l’11,7% a valore, come si evince dai dati Nielsen relativi al mese di marzo 2022 relativi alla Distribuzione moderna in Italia (ipermercati + supermercati + largo consumo), RiCcotta Valcolatte cresce nello stesso periodo del 22,9% a volume e del 18,6% a valore”, puntualizza Valentina Panizzi, responsabile marketing dell’azienda di famiglia. “In questo caso specifico non abbiamo aziendalmente subito il calo generale dei consumi alimentari”, rimarca. Per essere chiari: “Il prodotto RiCcotta 250g del Caseificio Valcolatte si posiziona tra i primi posti tra le ricotte più vendute nella Grande distribuzione organizzata; lanciata sul mercato nella primavera 2018, grazie al suo gusto, particolarmente apprezzato dal consumatore, ad importanti investimenti pubblicitari e alla fiducia della Gdo, RiCcotta ha scalato progressivamente la classifica Top Item di Nielsen delle ricotte più vendute e con un posizionamento premium”.

Con 500 dipendenti, un fatturato 2021 di 184 milioni di euro, 800mila litri di latte lavorato, una produzione annuale di mozzarella di 28mila tonnellate, oltre a 6mila tonnellate di ricotta, il Gruppo Valcolatte sviluppa un terzo del fatturato all’estero, prevalentemente in Europa.

Nell’intervista a Valentina Panizzi riannodiamo ipoteticamente i fili con uno dei temi aperti oltre un anno fa dal padre, Enzo Panizzi (che è ancora operativo in azienda), legata alla burocrazia estenuante.

Avete finalmente ottenuto l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto di biogas?

“Dopo cinque anni di attesa abbiamo da poco ottenuto l’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, senza la quale non potevamo procedere nel presentare la seconda domanda. Nei prossimi mesi procederemo appunto con la richiesta di autorizzazione alla realizzazione di un impianto di biogas confidando nella clemenza degli enti preposti”.

In questa fase avete difficoltà a reperire il latte?

“Purtroppo le forniture di latte, già insufficienti, sono destinate a calare drasticamente per la difficoltà degli allevatori a sostenere l’aumento dei costi di mais, grano e soia. Inoltre, si profila all’orizzonte anche la difficoltà di approvvigionamento di queste commodity, dato che alcuni paesi esteri ne hanno bloccato l’export, rendendo di fatto a forte rischio la produzione mangimistica italiana”.

Che tipi di contratti state facendo con gli allevatori?

“Valcolatte collabora con una serie di conferitori, con i quali stipula contratti di fornitura latte annuali, rivedibili ogni tre mesi, in base all’andamento del mercato”.

Come state affrontando i rincari (energia, materie prime, logistica) che hanno colpito il settore?

Ci impegnamo a sostenere i nostri fornitori di latte in questo momento di difficoltà

“Il comparto alimentare già da mesi era caratterizzato da un costante apprezzamento delle materie prime per l’alimentazione zootecnica e quindi, di riflesso, del costo del latte. Stesso discorso per i costi dell’energia, dei materiali di confezionamento e dei trasporti.
In questo contesto, assolutamente imprevedibile ed impensabile fino a poche settimane fa, il nostro impegno è rivolto a sostenere i nostri fornitori di latte in questo momento di forte difficoltà, cercando al contempo di contenere al massimo tutti i costi industriali nel limite del possibile e per finire non possiamo esimerci dall’adeguare i nostri listini di vendita”.

Quanto esportate? Avete ottenuto l’accreditamento per il mercato statunitense?

Sviluppiamo un terzo del fatturato all’estero

“Il 33% del nostro fatturato lo sviluppiamo all’estero, prevalentemente in Europa. Da qualche anno abbiamo iniziato ad esportare anche in paesi extra-Ue come Corea del Sud, Libano, Egitto, Giappone, Emirati Arabi, Stati Uniti, Canada, grazie all’implementazione di un impianto IQF (Individual Quick Frozen) interno. Abbiamo inoltre ottenuto l’FDA per poter esportare negli Stati Uniti nel 2021”.

Quali sono le difficoltà legate all’export e di quali aiuti avreste bisogno?

“Le difficoltà legate all’export, in particolare extra-Ue, per noi sono in primis legate al rispetto delle normative a livello di etichettatura, in quanto gli enti esterni a cui ci affidiamo non sempre sono accreditati in tutti i paesi del mondo. Ogni paese ha richieste specifiche degli enti regolatori che lo differenziano dagli altri sia in termini di etichettatura, ma anche in termini logistici.
Spesso subiamo tempistiche troppo lunghe da parte degli enti esterni nel reperire la documentazione necessaria per poter far partire la merce. Stiamo lavorando anche per ottimizzare i costi logistici, in quanto è fondamentale per essere competitivi sui mercati esteri”.

Il futuro è nei formaggi freschi? Dove si stanno orientando i giovani? 

Qualità, salubrità e sostenibilità: le caratteristiche dei prodotti vincenti

“Ritengo che saranno ancora performanti i formaggi freschi, all’insegna di un’alimentazione leggera.
Il consumatore è sempre più attento ai temi di salubrità e della sostenibilità ambientale, per cui credo che nel futuro i prodotti vincenti dovranno essere in grado di rispondere a tali requisiti, mantenendo un’altissima qualità data dall’utilizzo di una materia prima, latte, derivata da un’alimentazione animale adeguata e da un benessere dello stesso”.

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Matteo Bernardelli
Informazioni su

Giornalista. Ha scritto saggi di storia, comunicazione ed economia, i libri “A come… Agricoltura” e “L’alfabeto di Mantova”.

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