Di: Mirco De Vincenzi
Nel 2025 la materia grassa media nel latte statunitense si è attestata su valori elevati, proseguendo una tendenza stagionale di lungo periodo che riflette una qualità sempre più alta della materia prima. Parallelamente, grazie anche all’aumento record della mandria nazionale, la produzione di burro ha raggiunto livelli superiori rispetto agli anni precedenti, a conferma di una maggiore capacità produttiva.
Sul fronte delle disponibilità, i magazzini di stoccaggio hanno mostrato un andamento dinamico: una fase di accumulo nei primi mesi dell’anno (indicativamente fino a maggio) ha lasciato spazio, nella seconda metà, a una riduzione delle scorte, che da metà marzo si sono attestate su valori inferiori rispetto al 2024. Secondo i dati USDA, gli stock di burro a Luglio 2025 ammontavano a circa 150mila tonnellate, in leggero calo rispetto all’anno precedente (circa 160mila tonnellate).
Un elemento di rilievo nel 2025 è la forte ripresa dell’export di burro verso l’Unione Europea. Nei primi sette mesi dell’anno, gli Stati Uniti hanno esportato circa 8.400 tonnellate, a fronte delle appena 32 tonnellate dello stesso periodo del 2024. L’impennata è stata particolarmente evidente nel mese di Luglio, quando si sono registrate spedizioni record, trainate da una significativa differenza di prezzo tra burro americano ed europeo. Le quotazioni a ottobre vedono i listini del burro in Usa a 3.282 €/ton contro i 5.700 €/ton della quotazione tedesca.
L’UE è diventata la terza destinazione di esportazione per il grasso del latte americano, dopo Canada e Messico, con Danimarca (oltre 1.500 tonnellate) e Paesi Bassi (1.400 tonnellate) tra i principali acquirenti.
Il mercato del burro USA appare quindi vivace e bilanciato, con offerta e domanda entrambe in crescita: una combinazione che riflette l’evoluzione positiva del settore lattiero-caseario americano e un contesto di prezzi potenzialmente sostenuti nei prossimi mesi.
CLAL.it – USA: Materia Grassa e Buro
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