India-Nuova Zelanda: un trade deal per il mondo del latte

Tutto lascia prevedere che l’India sia pronta a concludere un accordo commerciale con la Nuova Zelanda.

L’economia indiana avanza a ritmi sostenuti: al 2031 si prevede una crescita annua di quasi il 7% con un PIL che arriverà a 6,7 trilioni di dollari rispetto ai 3,4 attuali ed un valore dei beni di consumo che raddoppierà arrivando a 5,2 trilioni di dollari.  India e Nuova Zelanda hanno una convergenza di interessi per rafforzare le partnership economiche come contrappeso alla Cina nel Pacifico ed in Asia. L’India è diventata più aperta alla liberalizzazione della sua economia ed ha firmato una serie di accordi commerciali negli ultimi anni, tra cui uno con l’Australia. Inoltre bisogna considerare che la Nuova Zelanda ospita una diaspora di circa 300 mila cittadini indiani, che da anni fanno pressioni su entrambi i governi per stringere legami di cooperazione.

Un accordo commerciale di libero scambio è dunque fondamentale per le esportazioni e non solo. Attualmente, l’India impone tariffe elevate sui beni neozelandesi. Ad esempio i prodotti lattiero-caseari pagano un dazio del 37.5%, la carne ovina del 33%, e la tariffa media è del 17.8%. Per contro, le importazioni indiane in Nuova Zelanda pagano in media solo il 2,3%, con oltre la metà dei singoli articoli già esenti da dazi.

Il comparto lattiero-casearia neozelandese prevede di essere incluso nell’accordo, ma è improbabile venga riconosciuto il pieno accesso a prodotti di base come il latte in polvere per non mettere a rischio la produzione indiana, mentre potrebbero essere abbassati i dazi su specifici prodotti come il siero di latte in polvere e la mozzarella. L’India potrebbe dunque prendere in considerazione importazioni limitate di prodotti lattiero-caseari a valore aggiunto. L’accordo però va ben oltre lo scambio di latticini e di prodotti agricoli e riguarda interessi nel campo dell’immigrazione, nella lotta all’illegalità e per assicurare all’India l’appoggio per un ruolo di primo piano nelle istituzioni internazionali.

In sostanza, per la Nuova Zelanda raggiungere un accordo commerciale di libero scambio con l’India riguarda in parte la gestione dell’eccessiva dipendenza dal mercato cinese; per l’India, dopo l’accordo di libero scambio con l’Australia, rappresenterebbe un ulteriore passo per affermare un suo ruolo di primo piano nell’area Asia-Pacifico.

Un accordo commerciale di libero scambio sarebbe una mutazione notevole della posizione indiana, gelosa custode del proprio sistema di milioni di piccoli allevatori e pertanto sempre chiusa alla logica produttiva neozelandese. Col fatto che la Nuova Zelanda sente il peso di una dipendenza dell’export lattiero verso la Cina e che l’India si rende conto di essere un gigante economico e politico, si prospetta un nuovo scenario che potrebbe cambiare la dinamica del mercato lattiero-caseario. D’altronde, non è l’India la più grande democrazia al mondo?

Fonte: Interest.co.nz

    CLAL.it - Nel 2024, il prezzo del burro indiano è risultato  più competitivo rispetto ad altri mercati, favorendo così un incremento delle esportazioni dall'India.

CLAL.it – Nel 2024, il prezzo del burro indiano è risultato più competitivo rispetto ad altri mercati, favorendo così un incremento delle esportazioni dall’India.

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Dazi, Export, India, Nuova Zelanda