“Oggi i produttori di latte bavaresi prendono per il latte circa 34-35 centesimi al chilogrammo, il nostro obiettivo è quello di arrivare ad ottenere sui 40 centesimi, come da voi”. Lo dice a Clal.it il ministro dell’Agricoltura della Baviera, Helmut Brunner. E se gli facciamo notare che il prezzo in Italia è di oltre 44 centesimi, si corregge immediatamente. “Allora 44 centesimi, come da voi”.
In Alto Adige per visitare le realtà agricole della regione e per incontrare l’assessore della Provincia Autonoma di Bolzano, Arnold Schuler, così da intensificare un dialogo per valorizzare l’agricoltura di montagna di tutto l’arco alpino, il ministro riconosce la volatilità del mercato lattiero caseario.
“La crisi dello scorso anno ha portato alla chiusura del 10% delle stalle bavaresi – riconosce Brunner – e a soffrire di più sono state le aziende più grandi, mentre quelle più piccole hanno saputo reagire con maggiore flessibilità e più velocemente. Questo significa che la grandezza non è tutto”.
La volatilità è indubbiamente un aspetto da tenere monitorato. “Un anno fa – afferma il ministro – non ci aspettavamo che il prezzo sarebbe salito così in alto”. A contribuire alla ripresa dei prezzi è anche il calo delle produzioni, unitamente a una ripresa delle importazioni cinesi. E se la Baviera (e la Germania) non prevedono misure per gli allevatori finalizzate a contenere le produzioni di latte, la Cina è ritenuto un mercato interessante.
Tanto che, alla domanda di avviare una collaborazione fra Baviera e Lombardia per unire strategicamente l’organizzazione alle grandi Dop lattiero casearie per poter costruire una corazzata internazionale, il ministro dichiara la propria disponibilità. “Il mercato cinese è molto attrattivo, benché volatile – dice -. Oggi l’interesse del consumatore è cambiato: si cerca di nuovo il grasso animale nel latte e il mercato è disposto a pagarlo. Un dialogo fra Baviera e Lombardia può certamente essere utile e non solo sull’export, ma anche nell’ottica, come dicevo prima, di politiche di rilancio dell’agricoltura di montagna”.
Per l’anno prossimo, anche se è impossibile definire quale sarà l’evoluzione del mercato, “anche alla luce dell’aumento della popolazione mondiale, sarà fondamentale migliorare le esportazioni”.
Per il ministro Brunner c’è spazio anche per parlare di Pac. “La priorità è confermare il 38% del bilancio europeo per l’agricoltura”. Un proposito arduo, visto che la Commissione sembra intenzionata a ridurre i fondi destinati al settore primario, in seguito alla Brexit.
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