Secondo la FAO, nel 2021 a livello mondiale sono state prodotte oltre 22 milioni di tonnellate di Formaggio, di cui circa 10 milioni nella sola Unione Europea. Si stima che il settore lattiero-caseario nel suo complesso occupi qualcosa come 240 milioni di persone, tra produttori, trasformatori e commercianti. La maggior parte di questi posti di lavoro è concentrata nei Paesi non industrializzati dove il latte e i prodotti lattiero-caseari rappresentano un’importante fonte di reddito e di sicurezza alimentare per milioni di famiglie rurali.
Consumo globale di formaggio crescerà annualmente dell’1,4% fino al 2030
Cocktail creativi a base di formaggio
Questo non deve far inorridire chi come noi in Italia, ma anche in Francia ed in Svizzera, considera il formaggio una parte integrante del patrimonio storico-culturale e dell’identità nazionale. La nostra cultura ci rimanda ad Omero, secondo cui Zeus era nutrito con il latte ed i formaggi ottenuti dalla capra Amaltèa. Ippocrate, considerato il padre della medicina, molto più concretamente nel I sec. a.C. raccomandava il formaggio per il suo considerevole valore nutrizionale e per gli effetti terapeutici, utile e legionari ed atleti per combattere stress e fatica. Ma lo stesso valore è riconosciuto anche dall’altra parte del mondo, in Brasile, dove i formaggi artigianali di Minas Gerais hanno ottenuto lo status di Patrimonio Immateriale dell’umanità. Nei Paesi dove invece non esiste la stessa tradizione culturale, il formaggio è sempre più ricercato per i suoi benefici sulla salute, come l’alto contenuto di calcio, proteine, vitamine e per la ricchezza di probiotici. La conferma dei fatti.
Il formaggio è dunque molto più di un semplice alimento: è un modo per tornare alla fonte, per riconnetterci con la natura e con noi stessi.
Fonte: eDairy News