Un accordo ampio, equilibrato, completo
Le attuali relazioni commerciali tra l’UE ed il Mercosur – Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay – si basano su di un accordo politico di cooperazione interregionale entrato in vigore nel 1999, con l’obiettivo di raggiungere un accordo commerciale. Di fatto, nonostante le vicinanze tradizionali fra due regioni geograficamente molto lontane, dopo anni di negoziati altalenanti, solo a maggio 2016 le due parti hanno rilanciato il processo negoziale ed il 28 giugno 2019 hanno convenuto di arrivare ad un accordo di libero scambio ampio, equilibrato e completo, riguardo questioni quali tariffe doganali, barriere tecniche al commercio, misure sanitarie e fitosanitarie, servizi, appalti pubblici, proprietà intellettuale e regole d’origine, sviluppo sostenibile.
La sigla di un accordo sarebbe il frutto naturale dei legami che accomunano i Paesi del Mercosur e quelli dell’Unione Europea. Spagna e Portogallo rappresenteranno il naturale riferimento socio-economico, culturale e religioso per l’America Latina durante il colonialismo. L’Europa, soprattutto i Paesi mediterranei, mantenne comunque tale riferimento fino al 1823, quando il presidente USA Monroe dichiarò ostile qualunque ingerenza di potenze europee nelle Americhe. L’influenza nordamericana si concretizzò a partire dal 1903, quando il presidente Roosvelt stabilì che gli Stati Uniti si sentivano autorizzati ad intervenire direttamente nell’area per tutelare i propri interessi. La loro presenza nella regione è stata una costante lungo i vari decenni della guerra fredda, poi in questo secolo si è fatta sentire l’influenza cinese. L’evidenza è che tra il 2008 ed il 2018 gli investimenti del grande Paese asiatico si sono decuplicati e la Cina ha superato l’Europa diventando il secondo partner commerciale dell’America Latina.
Una riconfigurazione delle catene globali del valore
Con questa influenza delle grandi potenze mondiali, ai Paesi dell’area latinoamericana è stato relegato il ruolo di produttori di materie prime e questi oggi ricercano una presenza a livello internazionale anche come esportatori di prodotti trasformati. L’accordo commerciale con la UE, per di più alla luce degli effetti della pandemia Covid-19 e della guerra in Ucraina, dovrebbe dunque avere questa prospettiva: essere equo per tutte le parti ed avere effetti visibili sulla riconfigurazione delle catene globali del valore. L’accordo UE-Mercosur sarebbe una delle più grandi aree di libero scambio al mondo, con circa 750 milioni di abitanti ed il 20% dell’economia mondiale.
Stante il retaggio storico e la realtà odierna, un accordo fra tali realtà andrebbe ben oltre il mero libero scambio perché avrebbe una profonda rilevanza geopolitica. Un aspetto delicato è la questione ambientale: la foresta tropicale amazzonica ospita il 50% della biodiversità del pianeta, per cui è comune interesse garantire la transizione della regione verso un percorso di crescita più sostenibile. I negoziati sono ormai in dirittura d’arrivo, ma proprio l’argomento sulla protezione dell’Amazzonia oltre ad alcune concessioni alle aziende sudamericane, potrebbe essere una pietra d’inciampo.
Però il tempo stringe: la finestra per firmare l’accordo si chiuderà presto, con l’Argentina che sta concludendo il processo delle elezioni presidenziali e l’UE che terrà le proprie elezioni parlamentari l’anno prossimo. Le linee dell’accordo prevederebbero la riduzione dei dazi doganali, un migliore accesso al mercato UE per i prodotti agricoli del Mercosur, delle opportunità di esportazione per i produttori europei.
Attualmente, le prospettive di un riavvicinamento UE-America Latina risultano più favorevoli di quanto non lo siano state per anni. La nomina di Marina Silva, stimata attivista dell’Amazzonia, a ministro dell’Ambiente in Brasile e le regole di Bruxelles per vietare le importazioni che contribuiscono alla deforestazione sono riuscite a placare l’opposizione all’accordo da parte degli ambientalisti. La pandemia COVID-19 ed il conflitto in Ucraina hanno sensibilizzato l’opinione pubblica UE sulla necessità di diversificare gli approvvigionamenti per mitigare il rischio. Tuttavia bisogna tener conto che, se alcuni Stati membri, come la Francia, temono svantaggi per l’agricoltura nazionale, i Paesi del Mercosur sono sempre più esigenti e minacciano di orientarsi sempre più verso la Cina, che promette di aumentare gli investimenti e sviluppare le relazioni commerciali con loro.
Resta il fatto delle tante le ragioni che avvicinano Paesi geograficamente così distanti ma storicamente e culturalmente vicini come quelli dell’UE e del Mercosur. Occorre dunque affrontare su di una base solidale le sfide di uno scenario mondiale in trasformazione, sia per gli eventi geopolitici, sia per le mutazioni climatiche.
Fonte: Politico.eu, European Union, Ifri