La domanda di fonti proteiche alternative a quelle animali è in continua crescita, in particolare fra i Millennials (la generazione di persone nate tra il 1980 ed il 2000) ed i Flexitarian, cioè quei consumatori in cui la tendenza ad adottare una dieta vegetariana diventa flessibile e non rifiuta in assoluto i prodotti animali. In tale contesto, aumenta l’attenzione verso le possibilità offerte dalle alghe per l’alimentazione umana oltre che per quella animale.
I nuovi prodotti contenenti alghe sono raddoppiati dal 2014
Se le microalghe costituiscono degli ingredienti negli alimenti, l’attenzione è volta anche verso le macroalghe, la cui produzione può essere molto rilevante dato che gli oceani coprono il 70% della superficie terrestre e possono contribuire alla crescente richiesta alimentare conseguente all’aumento della popolazione mondiale, cui difficilmente l’agricoltura potrà far fronte; questo anche in ragione della riduzione di terre arabili e dei fenomeni climatici.
Gli oceani coprono il 70% della Terra e le macroalghe possono contribuire alla crescente richiesta alimentare mondiale
Le prospettive per le alghe sembrano buone anche dal punto di vista della sostenibilità, per il loro ridotto impatto ambientale e la capacità di utilizzare anidride carbonica. Dal punto di vista nutrizionale, il vantaggio delle alghe è di avere alti contenuti proteici e minerali, oltre a sali minerali ed a grassi polinsaturi. Sono però ricche in sodio e, filtrando l’acqua marina, potrebbero accumulare degli inquinanti. A questo punto entra in ballo la coltivazione delle alghe, attività che aziende quali la statunitense Zivo sta sperimentando in Asia ed America Latina, ma anche in Spagna per ottenere ingredienti proteici nell’alimentazione umana e nell’allevamento animale. In tale settore sono poi particolarmente attive le aziende israeliane.
In Giappone le alghe rivestono un ruolo importante in cucina
Però l’esempio della cucina di paesi quali il Giappone mostra come già ora le alghe rivestano un ruolo importante e pertanto si può ritenere che il loro impiego abbia una grande potenzialità.
Sarà necessario investire in ricerca, innovazione e sviluppo di nuovi prodotti per restare al passo con la dinamica mondiale ed accrescere il grado di indipendenza alimentare, con riferimento in particolare agli approvvigionamenti di soia.
Fonte: Food Navigator