Dallo scoppio della pandemia, Papa Francesco in più occasioni ha citato la “speranza di rinascere uniti”. Armonia e dialogo come nuove forme di convivenza pacifica. È un messaggio che va molto oltre la religione e che abbraccia anche le regole di una società che può definirsi civile.
Partiamo da questi concetti per applicarli ai mercati delle materie prime agricole e alle catene di approvvigionamento delle filiere agroalimentari. Quali attori dovranno essere coinvolti in un percorso inclusivo e non esclusivo, finalizzato alla crescita, dove la corsa al guadagno cede il passo al giusto profitto? E, soprattutto, come si stimola il dialogo? E su quali argomenti? Uno sviluppo armonico dovrà limitarsi al mercato oppure favorire una crescita razionale, dove effettivamente mettere in sintonia gli aspetti di una sostenibilità che sia allo stesso tempo economica, sociale, ambientale e culturale, per puntare al benessere?
Le recenti cronache evidenziano alcune tensioni in Germania fra agricoltori, trasformatori e dettaglianti alimentari – così recita il settimanale Der Spiegel – con il rischio concreto di un fallimento del “dialogo agricolo” e della piattaforma di discussione, che “era stata imposta a inizio anno da nuovi movimenti di agricoltori”.
Nel dialogo il presupposto è il rispetto reciproco
Serve la volontà di costruire all’interno della filiera
La filiera deve individuare obiettivi comuni e strategie condivise, da attuare su misura in base ai diversi soggetti coinvolti, ma con una visione unica e armonica.
I problemi da risolvere sono molti e cambiano alle diverse latitudini del pianeta. Il concetto di food security e gli obiettivi di garantire la sicurezza alimentare sono diversi se l’argomento si affronta in Europa, in Africa, in Cina o in Afghanistan, dove vi è il rischio concreto che manchino persino le sementi.
I cambiamenti climatici hanno impatti talvolta estremi e possono essere contrastati con strumenti differenti, ma sempre attraverso una collaborazione fra imprese, scienza, società. Ricerca e sviluppo non portano da alcuna parte se manca il risvolto pratico, se l’innovazione non è finalizzata a benefici reali per l’impresa, la filiera, la società, i cittadini, i consumatori, senza dimenticare l’ambiente e il paesaggio (che merita la medesima attenzione dell’ambiente) e gli animali.
Serviranno sempre di più percorsi di dissemination culturale e di communication trasparente, corretta, seria.
Big data per un’informazione sempre più trasparente e seria
Mettere a disposizione dati, numeri, grafici, fornire notizie, curiosità e tendenze, contribuendo così ad aiutare gli operatori ad avere uno scenario il più possibile completo, è ciò che cerchiamo di fare attraverso CLAL.it e TESEO nei nostri settori di indagine. A guidarci, come sempre, l’etica e la volontà di costruire una società migliore da lasciare ai nostri figli. Ci proviamo.
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