Cina: è corsa alla produzione di latte

In Cina è corsa alla produzione di latte. Dopo essersi lasciata alle spalle lo scandalo melamina del 2008 ed essere salita al terzo posto nella produzione mondiale di latte, dei generosi sussidi pubblici ed un prezzo al consumo che si aggira sui due dollari al litro creano le condizioni per grandi obiettivi produttivi. La nuova abitudine del consumo di formaggio per i bimbi e l’enfasi sui benefici del latte per la salute nel corso della pandemia contribuisce a questa dinamica.

Quindi via alla costruzione di nuove stalle che però bisogna riempire di vacche e procurarsi alimenti per nutrirle. Qui sta il problema. La fiammata nei prezzi delle granaglie, avvenuta ben prima di quella delle materie prime di oggi, e la crescita nelle importazioni di latte e derivati sono fenomeni significativi del fatto che la produzione interna cinese copre solo il 70% della domanda, nonostante consumi pro capite annui di 6,8 litri rispetto ai quasi 50 litri degli USA.

I piani di espansione delle aziende cinesi


Ma scarsità di terra e di risorse idriche sono ostacoli difficili da superare.
Come dinamica delle imprese che vogliono aumentare la produzione lattiera, sono significativi i casi di Modern Dairy che nei prossimi cinque anni intende avere 500 mila vacche in più o della Bright Dairy di Shanghai che pianifica la costruzione di quattro nuove aziende aggiungendo 31 mila vacche alle attuali 66 mila da cui ricava il latte che lavora.

Cercasi 1,35 milioni di vacche


In totale, si calcola che occorrerebbero 1,35 milioni di vacche per soddisfare questa frenesia produttiva.
Il problema è: dove prenderle? Si stima che nei prossimi due anni la Cina riuscirà ad avere 500 mila nuove manze; altre 400 mila potrebbero essere importate, se continua il ritmo attuale, soprattutto da Australia e Nuova Zelanda. Ci sono però le difficoltà collegate al trasporto degli animali, con norme più restrittive introdotte in Nuova Zelanda. Cile ed Uruguay potrebbero essere altre fonti, ma bisogna superare la difficoltà della distanza. Quindi, Brasile USA ed Unione Europea potrebbero diventare dei mercati di approvvigionamento per fornire animali alla Cina. Poi resta comunque il problema degli alimenti animali, non solo granaglie ma anche foraggi.

Il mondo dipenderà dalla Cina? Sono molto difficili da capire queste dinamiche che provocano dipendenza/interdipendenza. Certo che, a fronte di un soggetto così forte, unito ma anche imperscrutabile, occorrerebbe altrettanta coesione e determinazione. Ne saremo capaci?

CLAL.it - Auto-sufficienza Latte della Cina

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Fonte: eDairyNews

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Allevamento, Ambiente, Cina