Cina, nel 2026
+27% consumo latte e derivati
rispetto al 2016
Nello stesso periodo, la crescita della produzione interna sarà del 19% e dunque non riuscirà a seguire la dinamica dei consumi, per cui l’import aumenterà del 50%. Questo rappresenta una opportunità per l’Unione Europea, divenuta il primo esportatore, Nuova Zelanda ed Australia, paesi che hanno accordi di libero scambio con la Cina ed anche USA, paese che esporta soprattutto SMP, oltre a polveri di siero e formaggi.
Le aziende cinesi, oltre ad aumentare notevolmente la loro capacità interna, hanno iniziato ad investire anche nelle infrastrutture dei paesi produttori attraverso il programma OBOR (One Belt, One Road).
Le aziende cinesi stanno investendo in Nuova Zelanda, Australia, USA e Francia
Fra il 2002 ed il 2016 la maggiore crescita nelle vendite ha riguardato le farine lattee, yogurt e latti fermentati, prodotti presentati in modo da soddisfare le preferenze dei consumatori, che sono molto interessati alla salubrità degli alimenti ed agli aspetti salutistici, alla shelf life ed anche ad avere porzioni singole per i bambini. Dopo lo scandalo della melamina nel 2008, il governo ha progressivamente inasprito le normative sanitarie ed anche quelle per l’import. La spinta per la creazione di conglomerati produttivi poi, ha stimolato la produzione interna di latte ma ha anche portato ad acquistare dall’estero sempre più mangimi, così come foraggi, vaccini e seme di tori di cui il leader sono gli USA.