E se parlassimo tutti la stessa lingua?

Le moderne tecnologie come quelle digitali, ma non solo, comportano l’uso crescente e generalizzato di termini standardizzati che permettono di superare le barriere della lingua. In realtà, si potrebbe anche affermare che la diversità linguistica è stata minacciata dalla tecnologia fin dall’invenzione della stampa di Gutenberg. La standardizzazione imposta dalla forma scritta ha contribuito a plasmare la struttura di quella che era una tradizione orale, originariamente tramandata attraverso piccole comunità e poi trasferita a distanze maggiori con il commercio ed il teatro. Un esempio edificante è il consolidamento della lingua italiana da parte di Dante. Si potrebbe pertanto sostenere che la codificazione scritta ha posto dei limiti all’espansione della lingua, come risulta evidente nel linguaggio usato dalle comunità digitali di oggi.

Arriveremo dunque a parlare tutti la stessa lingua, realizzando il mito di Babele? Oggi sarebbe l’inglese, ma in futuro potrebbe essere il cinese o l’indiano.

In realtà ogni due settimane nel mondo scompare una lingua e fino al 90% delle lingue esistenti potrebbe scomparire entro la fine del secolo. La globalizzazione, le pressioni sociali ed economiche, le opzioni politiche, sono fattori che possono determinare la sopravvivenza di una lingua.

Gli strumenti digitali possono aiutare a superare le barriere linguistiche ed a preservare la diversità

Oggi esistono tre famiglie linguistiche principali: Indoeuropeo, Sino-Tibetano ed Afro-Asiatico. In Europa, il 90% dei cittadini (675 milioni) è madrelingua di un idioma indoeuropeo appartenente a uno dei tre gruppi linguistici principali (germanico, neolatino e slavo). 20 milioni di cittadini dell’UE parlano poi lingue non indoeuropee, in particolare basco, estone, finlandese, ungherese, maltese e sami, la lingua dei lapponi considerata in grave pericolo.

La lingua è profondamente radicata nel nostro senso della cultura, dei legami sociali e dell’identità personale. E’ una materia viva in evoluzione. Pertanto, se da un lato la globalizzazione può portare alla sua omogeneizzazione, può anche contribuire ad una nuova diversità linguistica.

Nel progetto europeo il multilinguismo è una pietra miliare, con 24 lingue ufficiali e 60 minoritarie. L’Unione Europea riconosce l’importanza culturale della sua diversità linguistica come elemento identitario e valore fondante. Tale volontà è dimostrata dal fatto che i membri del Parlamento europeo hanno il diritto di esprimersi nella lingua o nelle lingue di loro scelta e che i testi legislativi sono pubblicati in tutte le lingue ufficiali.

Proprio gli strumenti digitali possono essere di grande aiuto a superare le barriere linguistiche ed a preservare la diversità linguistica, a riprova del fatto che non conta tanto lo strumento, ma il modo in cui viene utilizzato.

La lingua è il mezzo di comunicazione fra gli esseri umani. Va preservata e, soprattutto, va usata correttamente.

Bandiere di diversi Paesi

Fonte: European Parliament

TwitterLinkedInFacebook... condividi
Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Globalizzazione