Di: Mirco De Vincenzi ed Ester Venturelli
Il prezzo del Burro in Unione Europea ha ripreso un trend in aumento in seguito al calo delle produzioni (-4,7% nel periodo Gennaio-Marzo rispetto allo stesso periodo del 2023). In particolare in Germania, primo produttore Europeo di Burro, l’offerta di grassi è in diminuzione a causa del rallentamento stagionale tipico della produzione di latte, combinato ad un rallentamento anno su anno delle produzioni nel primo trimestre (-4,1%) e ad una minore percentuale di grasso nel latte rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Oltre ad un’offerta debole, questo periodo in UE è caratterizzato da una ripresa della domanda di grassi associata al consumo di gelato, di asparagi conditi con Burro e di fragole con Panna. Questo contribuisce a creare un disequilibrio nel mercato che sostiene i prezzi.
Altro capo del mondo. In Nuova Zelanda le consegne di latte hanno registrato un rallentamento (-0,7% tendenziale fra Gennaio e Aprile 2024), compensato in buona parte da una buona qualità. Qui, la disponibilità di grassi è leggermente in negativo rispetto all’anno scorso e ciò si riflette anche nelle minori quantità di Burro offerte al GDT in questa prima parte dell’anno, tanto che il burro all’ultima asta del 4 giugno si è apprezzato ulteriormente rispetto alla seduta precedente (+1,7%).
Negli USA, invece, si osserva una situazione opposta con abbondanza dell’offerta data da una maggiore produzione che permette di aumentare anche gli stock (ad Aprile i magazzini erano al +9% sullo stesso periodo del 2023, in crescita del 13,9% rispetto a marzo 2024). Tuttavia, anche negli Usa il prezzo del Burro sta registrando un trend di crescita, probabilmente influenzato dalle dinamiche in corso nelle altre aree di produzione. A questo va aggiunta anche una possibile influenza della minore offerta di Olio d’Oliva registrata nelle ultime due annate, che ha infiammato i prezzi del settore, raffreddando i consumi.