Gli allevamenti sono indispensabili per l’autosufficienza alimentare. Con l’attività zootecnica si mantengono e gestiscono prati e pascoli, che immobilizzano i gas climalteranti, assicurandone la fertilità. È necessario considerare il ruolo delle produzioni animali in termini di paesaggio, coesione sociale e benefici per la società.
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Il metano è un gas dalla doppia sfaccettatura: indispensabile da un lato come combustibile, problema dall’altro per le emissioni. Secondo il Global Methane Hub il metano ha un effetto climalterante 86 volte più potente dell’anidride carbonica e le sue emissioni in atmosfera determinano il 30% del riscaldamento globale. Pertanto, diventa indispensabile ridurle per invertire la rotta e garantire la vivibilità del pianeta.
Una sfida complessa che richiede l’impegno di tutti
In questo il settore agricolo gioca un grande ruolo dato che vi si addebita il 42% delle emissioni di metano antropogenico, di cui la gran parte è rappresentato dalle fermentazioni enteriche dei ruminanti, oltre che dalla gestione dei liquami. È una sfida complessa che richiede l’impegno di tutti, organismi pubblici ed imprese private, per trovare soluzioni innovative da applicare in modo coordinato nella pratica produttiva dei diversi Paesi.
Un esempio viene da Danone, che è entrata a far parte dell’Acceleratore di ricerca e sviluppo sulle fermentazioni enteriche coordinato dal Global Methane Hub. Questo Acceleratore ha raccolto 200 milioni di dollari da investire per trovare soluzioni pratiche che permettano di ridurre le emissioni di metano da parte dei ruminanti, operando su additivi nell’alimentazione animale, genetica, vaccini ed altre tecnologie. Una prima iniziativa è lo sviluppo di uno strumento di supporto e di ottimizzazione nell’alimentazione per i bovini da latte in nord Africa, iniziando da un migliaio di piccoli allevatori in Marocco che conferiscono latte a Danone. L’obiettivo principale del progetto è dimostrare i benefici di una migliore alimentazione del bestiame in termini di aumento della produttività e di conseguenza del reddito degli allevatori e del benessere delle comunità locali, provando che la riduzione delle emissioni di metano è obiettivo perseguibile e necessario.
Collaborazioni Virtuose per la riduzione delle Emissioni
Ci sono altri esempi dell’impegno di grandi aziende lattiero-casearie per questo obiettivo. Lo scorso ottobre McDonald’s e FrieslandCampina hanno avviato una collaborazione per ridurre del 14% entro il 2025 le emissioni di gas climalteranti (GHG) per i prodotti forniti alla catena di fast food in Belgio ed Olanda, garantendo apposite incentivazioni ai produttori. Le due aziende si sono impegnate ad azzerare il bilancio delle emissioni carboniose (McDonald’s) e ad ottenere una produzione con neutralità climatica (FrieslandCampina) entro il 2050. Sempre FrieslandCampina lo scorso anno aveva annunciato una collaborazione con Mondelēz International per ridurre del 14% le emissioni di gas climalteranti nella produzione di latte entro i prossimi quattro anni. Tutto questo operando attraverso il triangolo virtuoso azienda-autorità pubbliche-scienza.
Per invertire la curva delle emissioni, gli allevatori non debbono essere lasciati soli. Occorre un impegno comune e convinto della filiera produttiva, dei governi e della pubblica opinione. Questo affinché la sostenibilità non sia un termine di moda, ma una responsabilità condivisa.
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Fonti: Global Methane Hub, Danone, IEA