Generazione Z: la nuova linfa del mercato

Ormai il generico riferimento alla “signora Maria” per la scelta d’acquisto è superato dalle evoluzioni generazionali. Ai Baby Boomers nel dopoguerra, con la crescita demografica durante gli anni del “miracolo economico italiano”, seguì fra il 1965 ed il 1979 la cosiddetta generazione X, periodo in cui la curva demografica italiana entrò nella fase di crescita zero, poi la generazione dei Millennial o Y e successivamente la Generazione Z (Gen Z) per i nati fra il 1996 ed il 2009, che rappresenta gli attuali giovani adulti.

La più grande diversità etnica, intellettuale ed attitudinale

A  questa fascia di popolazione viene anche significativamente attribuito il termine di digitarian, essendo la prima con un diffuso utilizzo di Internet sin dall’infanzia. Si tratta quindi di persone avvezze all’uso della tecnologia e dei social media. Non per nulla i giovani della Generazione Z sono stati definiti anche  “nativi digitali”. Sono coloro che hanno la più grande diversità etnica, intellettuale ed attitudinale rispetto alle generazioni precedenti. É la generazione che si trova ad affrontare il crescente divario di reddito della classe media, che è più disposta ad includere nelle proprie cerchie sociali persone di diversi gruppi etnici e religiosi; è anche la prima che ha vissuto la crisi europea dei migranti ed è poi quella che nel pieno del ciclo di studi ha dovuto affrontare la sfida del Covid, tutti fattori che influenzano attitudini e scelte d’acquisto. Di conseguenza la Gen Z è più propensa di quelle precedenti a sperimentare nuovi prodotti e nuovi cibi, nuovi sapori.

L’attenzione per il contenuto proteico ed i benefici ambientali

Altra caratteristica della Gen Z è l’attenzione per le proprietà funzionali e nutritive degli alimenti, ma in relazione col loro impatto ambientale. Significativo che il 46% presti attenzione al contenuto proteico degli alimenti rispetto al 24% della generazione Baby Boomer;  il 32% dei più grandi fra la Gen Z si è attivato in azioni per il clima rispetto al 28% dei Millenials, il 23% della Gen X ed il 21% dei Baby Boomers. Mentre le preferenze di questi ultimi sono orientate ai valori nutrizionali degli alimenti e quelle dei Millennials vanno alla varietà della loro dieta, la Gen Z è la più propensa a scegliere ad esempio alimenti vegetali plant-based per i supposti benefici sull’ambiente.

Diventa allora indispensabile considerare questa nuova generazione per l’evoluzione dei consumi, specialmente nelle innovazioni e lo sviluppo dei prodotti, ricercando il giusto equilibrio con i consumatori tradizionali.

La percezione e l’attitudine verso alimenti e bevande è in continua evoluzione e varia col variare delle generazioni. Pertanto occorre far evolvere i prodotti  in modo appropriato alle nuove esigenze, unitamente ai modi di presentarli e comunicarli.

Fonte: Nutrition Insight

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Alimentazione, Ambiente, Proteine