Latte cinese in Nigeria

La Cina, si sa, é un grande paese importatore di latte e derivati. Dalla sete cinese di latte deriva la possibilità di incremento produttivo per i maggiori esportatori, Europa inclusa che vede in questo bisogno uno sbocco per il previsto incremento nel post quote latte.

In tale contesto è però abbastanza singolare che la Cina veda proprio in latte e derivati una possibilità di business mirato in Africa, continente con un patrimonio enorme di minerali e risorse energetiche, elementi vitali per la produzione industriale del paese asiatico. La Nigeria non produce latte, ma è ricca in petrolio e l’energia è fondamentale per ogni processo industriale, bevande lattee comprese. Così opera una joint-venture che vede uniti savoir faire cinese a risorse locali, il tutto con ingredienti internazionali.

Secondo quanto riportato da Ecns,  su queste basi opera la Viju Industries, impresa cinese con sede a Lagos, Nigeria, che produce dal 2004 latte alimentare, succhi e bevande a base di latte, ricomponendo i diversi ingredienti reperiti sui mercati. Le polveri  sono acquistate in Olanda, Nuova Zelanda e Malesia e localmente sono reperiti zucchero e derivati mentre macchine, impianti e tecnici sono invece scrupolosamente made in China. La produzione attuale ha raggiunto 1,2 milioni di confezioni, equivalenti a 400 tonnellate al giorno.

Nel decennio di attività, l’azienda ha poi definito norme e strategie di marketing.

Senza tradizione nella produzione commerciale del latte, in Nigeria non esistevano neanche norme igieniche e nutrizionali per la preparazione e la distribuzione del latte al consumo.  La Viju ha dunque collaborato con le autorità per redigere norme adeguate, in linea con gli standard internazionali e con quelli adottati nella UE ed in Cina.

Anche il marketing é stato adeguato alle esigenze locali, per produrre bevande che contengono anche i  principi nutritivi del latte utili per una corretta e completa alimentazione, così come i consumatori richiedono. Lungo i dieci anni di attività dell’azienda, sono poi stati adeguati i canali distributivi alla realtà locale ed i prodotti non sono venduti direttamente ma attraverso una rete di un centinaio di distributori, i quali a loro volta hanno proprie reti di vendita, che coprono le diverse aree del paese; questo per superare conflitti e problematiche locali.

Questa esperienza cinese è un esempio lampante di come relazioni commerciali stabili derivino da una cooperazione strategica di lunga portata. Importante non è tanto vendere quanto collaborare; auspicabilmente nel pieno rispetto della dignità di ogni popolo e persona.

 Fonte: Ecns.cn

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

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Pubblicato in Africa, Cina, Latte

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