L’interesse dei consumatori per il biologico e per il legame del prodotto col territorio, così come il benessere animale, è una tendenza crescente nei diversi mercati. Per il latte questo riguarda anche l’importanza dell’alimentazione del bestiame ed in particolare l’uso dei foraggi. È noto agli allevatori come la qualità dei foraggi influenzi la quantità così come la composizione del latte e derivati. Prova ne sono le diverse caratteristiche del burro: quello ottenuto dal latte di vacche allevate su pascoli naturali ha caratteristiche sensoriali (struttura, aroma) e chimiche (acidi grassi) diverse rispetto a quello da animali alimentati con insilato e concentrati.
Risulta significativo notare come le due sponde dell’Atlantico sono accomunate da tale interesse, prova ne sia la STG (specialità tradizionale garantita) Latte Fieno nella UE ed il Grass Milk negli USA.
Il primo (Latte Fieno) è il sistema codificato nella tutela dei prodotti di qualità, che prevede come la denominazione originaria austriaca Heumilch che ha ottenuto la STG nel 2016 possa essere usata anche negli altri paesi UE a condizione di rispettarne il disciplinare, che prevede un’alimentazione basata su foraggi dove i concentrati siano al massimo il 25% della razione annuale.
Il secondo (Grass Milk) invece si basa sulla garanzia fornita dagli operatori attraverso la certificazione di prodotto, dove il Grass milk è il latte ottenuto da animali nutriti esclusivamente con foraggio verde od affienato ed è particolarmente ricco in omega-3 e CLA acidi grassi. Si tratta di un ulteriore passo rispetto all’organic milk, il latte bio, dove nella razione degli animali sono ammessi anche i concentrati.
Anche in un contesto sempre più globalizzato è possibile sfruttare nicchie di mercato che richiedono prodotti intimamente legati al territorio.
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