Le fonti di approvvigionamento dei grandi gruppi alimentari sono più che mai sotto la lente d’ingrandimento per i loro impatti sociali ed ambientali.
Il modello lineare degli approvvigionamenti, ovvero la ricerca di fonti dove ottenere materie prime in grandi quantità ed a bassi prezzi non responsabilizza gli agricoltori e non rispetta l’ambiente, per cui bisogna ripensare a quali materie prime acquistare, dove farlo ed a quali condizioni.
Le grandi imprese devono considerare il valore dei loro fornitori
In altri termini bisogna
rivedere il business nell’ottica della sostenibilità, in una logica “win-win-wins”, cioè profittevole per l’azienda, i suoi fornitori, l’ambiente. Si tratta di adottare un nuovo paradigma che deve
cambiare il modo di fare business, nella logica della trasparenza, cioè della lealtà nelle varie fasi della filiera produttiva: sapere e verificare dove sono prodotte le materie prime ed in quali condizioni sociali ed ambientali. Questo prima che qualcuno possa chiederne conto. Il caso dell’olio di palma è stato eloquente. Piuttosto che cercare il prodotto commodity al prezzo più basso,
le grandi imprese debbono considerare il valore dei loro fornitori.
Questo richiede una attenta analisi, l’assunzione di responsabilità e la volontà di rimettersi in gioco, nella logica dei rapidi cambiamenti che contrassegna il nostro tempo.
Fonte: Food Navigator
CLAL.it – Export dei principali prodotti lattiero-caseari
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