A prima vista, questo 2018 si presenta con una produzione di latte in crescita e giacenze di polveri e proteine (formaggi) in aumento. Solo il burro scarseggia ancora in Francia ed in alcune parti della UE. Secondo la prospettiva USA, questo 2018 avrà due fasi: un primo semestre con prezzi in calo e dunque un alleggerimento delle scorte ed una seconda parte dell’anno con un recupero delle quotazioni per una situazione di mercato più equilibrata.
Il mercato continuerà comunque ad essere influenzato da fattori esterni alla produzione. Innanzitutto la Cina, che continuerà ad incrementare l’import sebbene ad un tasso inferiore di quello del 2017. Poi bisognerà tener presente lo stato generale dell’economia, che negli USA si presenta solida, il che è positivo per il settore lattiero-caseario ed in particolare per i prezzi delle commodity. C’é poi l’export, che vede soprattutto nel Messico, oltre a Sud-Est Asiatico e Canada, la destinazione chiave. Nel 2017 il paese centro americano ha diversificato le importazioni di polvere di latte, in risposta alle criticità USA sull’accordo di libero scambio NAFTA (North American Free Trade Agreement).
Riguardo ai concorrenti, UE e Nuova Zelanda continueranno a competere sui mercati mondiali con gli USA.
In generale i costi dell’alimentazione animale, almeno mais e soia, dovrebbero rimanere a livelli costanti almeno nel primo semestre dell’anno, compensando i minori prezzi del latte.
I fattori rilevanti potranno essere invece i costi del lavoro e quelli generali, che continueranno a crescere.
Dunque, anche nel 2018 l’elemento cruciale sarà la gestione del rischio, fattore sempre presente in un mercato globale come quello del latte. Soluzione? Aumentare le conoscenze.
Fonte: AGWEB
CLAL.it – Nel 2017 il Messico ha diversificato le importazioni di SMP, acquistando anche dalla UE (principalmente Spagna)
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Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.
