USA, il ritorno del burro

Il consumo di burro negli USA è al livello più alto da 40 anni, per la preferenza data dai consumatori  a cibi con ingredienti naturali; nell’ultimo decennio il consumo è aumentato del 24%, secondo il Wisconsin marketing board.  La margarina non è più percepita come l’alternativa salutistica ed in Wisconsin, dove 12 mila aziende allevano 1,3 milioni di vacche, questa evoluzione è percepita con molta attenzione. Aziende come la Grassland Dairy Products Inc. di Greenwood, la più grande impresa famigliare degli USA, che produce circa un terzo del burro dello stato o la Nordic Creamery di  Westby, indicano che gli ordinativi sono in continuo aumento. Questo periodo poi è particolarmente attraente, in quanto si stima che il  40% dei consumi di burro negli USA avvengono fra  Thanksgiving ed il nuovo anno. Le aziende si preparano a questa campagna di vendite di fine anno, a partire da inizio agosto. Il consumo pro-capite di burro ha raggiunto 2.54 kg all’anno, rispetto a  1.85 kg nel 1997, secondo la  Milk Producers Federation.

Il Wisconsin è uno dei maggiori produttori di burro negli USA. Il prezzo del latte pagato all’allevatore è basato su 4 prodotti base: burro, polvere di latte scremato, formaggio e polvere di siero. Dunque, la sostenuta domanda di burro é una buona notizia per tutti gli allevatori.

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Aree geografiche, Burro, USA

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