Venezuela: le difficoltà nel rispondere agli stimoli del mercato

La produzione venezuelana di latte ha raggiunto 1,5 milioni di tonnellate nel 2021, con un aumento del 2% rispetto al 2020. Le vacche da latte sono circa 4 milioni.  Il 58% è a duplice attitudine, viene allevato in 95 mila aziende e rappresenta il 95% delle consegne di latte, oltre al  60% della produzione di carne. Le aziende specializzate nella produzione di latte sono 5 mila.

La trasformazione è costituita da circa 25 imprese lattiero-casearie, che lavorano il 12% del latte ed operano solo al 20% della propria capacità. A causa della critica situazione economica del Paese che ha portato al crollo del mercato, l’88% del latte viene trasformato da imprese di tipo informale.

Per il 2022, si prevede una produzione in leggera crescita a 1,55 milioni di tonnellate. Nonostante dei prezzi del latte previsti ai massimi storici, la produzione avrà difficoltà a rispondere prontamente agli stimoli del mercato stanti le perduranti difficoltà finanziarie, la scarsità di carburanti, la difficoltà delle infrastrutture pubbliche. La crisi economica del Paese ha influenzato i consumi di prodotti lattiero-caseari, scesi ai minimi storici nel 2018, con un calo del 51% rispetto al 2008, quando le importazioni rappresentavano il 50% della disponibilità totale. Nel 2019 il calo dei consumi si è arrestato, mostrando una leggera ripresa nel 2021. Nel 2022 si prevede che i consumi cresceranno del 5% grazie alla stabilizzazione dell’economia, al calo dell’inflazione, alla sufficiente offerta locale di prodotti lattiero-caseari e ad una leggera crescita delle importazioni, raggiungendo 63 litri pro capite di latte.

Negli ultimi 13 anni si è verificato un profondo cambiamento nel modello di consumo dei prodotti lattiero-caseari: mentre nel 2008, il consumo di latte e prodotti liquidi rappresentava il 68,8% della disponibilità totale, nel 2021, il 91% del consumo era rappresentato dai formaggi, per la grande maggioranza di tipo fresco non pastorizzati. Questo cambiamento nei modelli di consumo è stato determinato dai controlli dei prezzi, sistema superato grazie alla recente politica di liberalizzazione dell’economia.

La stessa dinamica è stata seguita dalle importazioni lattiero-casearie, che nel 2012 avevano raggiunto un picco di 1,3 miliardi di dollari per prodotti provenienti principalmente da Nuova Zelanda, Uruguay, Argentina. Nel 2020 il valore delle importazioni era crollato a 65,5 milioni di dollari, rimbalzando del 63,9% nel 2021 a 107.4 milioni. Il Brasile è il primo fornitore di prodotti lattiero-caseari, con una quota di mercato del 77%, seguito da Colombia, Unione Europea e Stati Uniti.

Fonte: FAS-USDA

Il Venezuela è il principale importatore di prodotti lattiero-caseari dal Brasile | CLAL.it

Il Venezuela è il principale importatore di prodotti lattiero-caseari dal Brasile | CLAL.it

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Sud America