Acciaio cinese contro latte neozelandese

Gli accordi di libero scambio non vogliono dire che il mercato sia aperto; un esempio ne è la disputa fra acciaio cinese e latte neozelandese. Ma andiamo con ordine. Nel 2008 il gigante asiatico ed il leader per l’export nel dairy hanno firmato un accordo di libero scambio  (Free Trade Agreement – FTA) con l’obiettivo di creare una condizione unica di vantaggio competitivo ai due paesi. Recentemente però si è venuta a creare una disputa, per la quale la Cina minaccia di ridurre le importazioni di latte, ma anche frutta dalla Nuova Zelanda, a causa di una accusa di dumping sul prezzo dell’acciaio esportato.

Ecco i fatti: la Cina cerca di esportare la sua sovrapproduzione di acciaio, che viene offerto sul mercato a prezzi dimezzati rispetto a pochi anni fa, con pesanti ripercussioni sul settore metallurgico neozelandese, tanto che la Pacific Steel, parte del colosso NZ Steel, ha formalmente chiesto al Ministero del Business, Innovation and Employment (MBIE) di verificare se la Cina stia vendendo sottocosto, il che potrebbe portare ad una denuncia al WTO per dumping.

I cinesi sospettano che ci sia una strategia commerciale guidata dagli USA, che hanno introdotto un dazio fino al 450% sulle importazioni di acciaio dalla Cina, per danneggiare il loro export ed accusano Australia e Nuova Zelanda di seguire gli americani in questa “guerra dell’acciaio” del 21mo secolo. L’accordo di libero scambio Cina-Nuova Zelanda, all’art.62, stabilisce che un paese sia avvertito subito nel caso in cui una impresa dell’altro paese documenti la necessità di avviare una indagine per pratica anticoncorrenziale.

Se la Nuova Zelanda lamenta pratiche anticoncorrenziali sull’acciaio cinese, la Cina sembra rispondere ponendo difficoltà verso le importazioni di latte e frutta dalla Nuova Zelanda. La Zespri international, esportatore neozelandese di kiwi, ha confermato di essere stata chiamata in causa da un operatore cinese su possibili contromisure per la riluttanza verso l’acciaio cinese, mentre l’ufficio di Fonterra a Pechino sarebbe stata informata da una autorità commerciale cinese su azioni per limitare le importazioni dalla Nuova Zelanda qualora il paese avesse messo in atto delle penalizzazioni sull’acciaio cinese od anche solo avviato la procedura per farlo.

Esistono forse i presupposti per una “guerra commerciale” fra il forte esportatore agricolo dell’Oceania ed il paese più grande al mondo per gli scambi internazionali? Questo no, ma le tensioni sono alte e possono avere ripercussioni negative anche per il settore dairy.

Dunque, pure nel contesto di un FTA, gli scambi commerciali dipendono sempre dal contesto generale in cui si collocano i paesi.

Fonte: Stuff 

CLAL.it - Esportazioni lattiero-casearie della Nuova Zelanda in Cina

CLAL.it – Esportazioni lattiero-casearie della Nuova Zelanda in Cina

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Cina, Export, Import, Nuova Zelanda

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