Il cambiamento nella politica del figlio unico recentemente annunciata in Cina potrebbe portare, secondo molti commentatori, ad una maggiore domanda di latte. Effetto immediato dell’annuncio é stata la crescita nel valore delle azioni dei gruppi lattieri cinesi, come Yashili International e China Mengniu Dairy. Credit Suisse solleva però dubbi su questa prospettiva, precisando che circa due terzi delle famiglie cinesi sono già esentate dalla politica del figlio unico, date le eccezioni in vigore nelle aree rurali quando il primo figlio é una bimba, per alcune minoranza etniche e per le coppie i cui genitori sono figli unici. Già ora il tasso di fertilità in Cina é di 1,7 figli per coppia, rispetto a 1,1 ad Hong Kong e Taiwan. Un ulteriore limite nella natalità é rappresentato dal fatto che il 68% delle donne lavora. Riguardo ai consumi, le imprese locali sono ancora penalizzate dalla contaminazione da melamina del 2008. Da qui la crescente domanda per prodotti importati, anche se i fornitori stranieri debbono far fronte alle pressioni delle autorità per contenere i prezzi, che in Cina sono il doppio rispetto a mercati europei. Una strategia é rappresentata da accordi con imprese cinesi,come l’acquisto del 5% di China Mengniu da parte della coop danese Arla. Col knowhow produttivo di Arla e la rete distributiva di Yashili, Mengiu sarà ben posizionata per sfruttare le opportunità della crescente domanda cinese di latte infantile così come dei cambiamenti nella politica del figlio unico.
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