Le restrizioni adottate per fronteggiare il virus Covid-19 hanno determinato un profondo cambiamento nei comportamenti all’acquisto da parte della popolazione italiana.
Per meglio comprendere gli effetti sul settore lattiero-caseario ed alimentare in generale, abbiamo intervistato alcuni Manager della GDO italiana, che hanno modo di misurare direttamente i trend attuali.
Francesco Avanzini, Direttore Generale di CONAD, esprime in questa intervista il cambiamento dei consumi alimentari e le prospettive per le manifestazioni fieristiche e per i servizi di consegna a domicilio.
I formaggi, sia freschi che durevoli, hanno goduto dell’aumento complessivo dei consumi domestici
Dall’inizio della quarantena in Italia, lo spostamento dei consumi alimentari dai servizi di ristorazione al retail ha decretato per la grande distribuzione un notevole aumento delle vendite. Per quali prodotti si sono verificati incrementi più evidenti? Come si collocano il latte ed i suoi derivati?
Il forte spostamento ai prodotti retail, quindi destinati al consumo domestico ha interessato anche il comparto lattiero – caseario, in particolare accelerando i volumi per i prodotti a più lunga conservazione (+20-25% rispetto all’anno precedente) e rallentando il già difficile trend del fresco, in negativo, con l’eccezione della panna fresca, destinata alle preparazioni alimentari in casa. Discorso diverso per i formaggi, sia freschi che durevoli, che hanno goduto dell’aumento complessivo dei consumi domestici.
In un frangente di emergenza sul piano sanitario, un’alimentazione equilibrata può contribuire ad alzare le difese immunitarie. Avete riscontrato un cambiamento dei consumi alimentari in tal senso?
I prodotti con un profilo alimentare più equilibrato non hanno risentito di particolari trend, probabilmente per il maggior permanere delle persone a casa che ha favorito anche la produzione di cibi artigianali e tradizionali e comunque annullato pratiche sportive più vicine a questi stili di vita.
Durante la quarantena i servizi di vendita online hanno visto aumentare notevolmente la richiesta. Secondo le vostre analisi, la vendita online si ridimensionerà dopo l’emergenza? Oppure diventerà strutturale, magari potenziata?
La vendita online ha subito una esplosione di richieste che non ha potuto trovare soddisfazione da parte di tutti i distributori fisici o specializzati. Stimiamo un mantenimento della crescita, seppur in forma molto più attenuata, sotto diverse modalità che possano trattenere anche la clientela meno digitalizzata e che richiederà comunque un servizio di consegna e/o ritiro sia di spese alimentari che di ready-meals sotto diverse forme.
L’emergenza richiede il rispetto di distanze di sicurezza tra le persone. Come affrontano questa esigenza i grandi spazi commerciali e supermercati di prossimità?
Stiamo completando una fase di revisione sia in termini di linee guida che di strumenti di in-store management dedicati alla prevenzione e gestione della sicurezza sanitaria nei negozi, indipendentemente dalla dimensione. Dalla presenza dei DPI classici (mascherine, gel guanti etc..) ad alcune soluzioni di comunicazione e digitalizzazione della visita.
In quale direzione pensa dovranno cambiare i format delle manifestazioni fieristiche dedicate all’agroalimentare? Come vi orienterete nella ricerca di nuovi prodotti e nuove relazioni?
Le manifestazioni settoriali e fieristiche dovranno integrare sia una nuova concezione di layout e percorsi, sia una superiore digitalizzazione dei contatti commerciali per non perdere un già difficile trend di ripresa.
Abbiamo recentemente affermato l’importanza di una filiera unita (produttori latte, trasformazione, grande distribuzione) e che condivida finalità comuni. Quanto ritiene importante costruire e rafforzare alleanze all’interno delle filiere?
Occorre allargare la visione a tutta la catena del valore
L’importanza dei rapporti di filiera continuerà ad essere fondamentale, soprattutto in un momento di ripartenza che auspichiamo, per ridisegnare e gestire i flussi fisici e digitali delle merci. Serve un approccio meno limitativo allargando la visione a tutta la catena del valore e dei comportamenti, evitando le annose e inutili difese di posizione di comparto.