Italia
+11,2%in volume
export dairy 2017
rispetto al 2015
Crescono nel 2017 le esportazioni italiane del settore dairy: +11,2% in volume e +17,79% a valore rispetto al 2015.
Con 3.023 miliardi di euro, il settore lattiero caseario rappresenta il 7,4% dell’export agroalimentare totale Made in Italy.
Lo scenario è positivo per tutte le tipologie di prodotto, a conferma che la grande reputazione del Made in Italy ha saputo veicolare anche i formaggi.
Le migliori performance in termini di volumi le mettono a segno il Pecorino e Fiore Sardo (+31,47%), i formaggi grattugiati o in polvere (+31,72%), i formaggi freschi (+20,90%), ma il segnale positivo c’è anche per Gorgonzola, Grana Padano e Parmigiano Reggiano e per la polvere di siero, che con 442.081 tonnellate è il prodotto quantitativamente più esportato nel mondo.
Italia
+17,8%in valore
export dairy 2017
rispetto al 2015
In termini di valore, le esportazioni di prodotti lattiero caseari accelerano di quasi 18 punti percentuali, a dimostrazione che il forte appeal che esercita il Made in Italy trova adeguati riconoscimenti anche in termini di prezzo. Soprattutto, significa che il target di paesi di destinazione è stato individuato in quelli dove il reddito pro capite e la capacità di spesa dei consumatori sono più elevate.
Trend positivo per i prodotti di servizio
I formaggi grattugiati o in polvere incrementano le vendite valore del 32,72%, un segnale che traccia la rotta positiva dei prodotti di servizio. Basti pensare che il loro valore all’esportazione nel 2009 era di 368 milioni di euro; nel 2017 si è avvicinata agli 800 milioni.
Accelerazione del 23,48% anche per i formaggi freschi e del 12,88% per Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Le due Dop a pasta dura riprendono quota dopo quattro anni sostanzialmente senza significativi incrementi. Più timida, ma comunque soddisfacente la performance del Gorgonzola: +8,90%. Rispetto al 2009 ha quasi raddoppiato il fatturato oltre confine.
Il buon risultato delle esportazioni lattiero-casearie nel 2017 si è realizzato senza particolari satrategie di aggregazione e senza individuare ambasciatori che sono anche utilizzatori del prodotto come, ad esempio, i cuochi.