Anche se qualcuno indica ancora la generica “signora Maria” come riferimento del responsabile d’acquisto, occorre oggi piuttosto guardare attentamente le tendenze delle giovani generazioni che stanno cambiando la società ed il modo di vivere. Oltre ai trentenni, i cosiddetti Millenials, che anche in Italia seppur in ritardo rispetto ad altri paesi si stanno affermando nella sfera economica, sociale ed anche politica, bisogna guardare oggi con grande attenzione alla Generazione Z che sta plasmando il nostro futuro collettivo, trasformandolo. I giovani della Gen Z, nati all’incirca tra la metà degli anni novanta ed il 2010, sono mobilitatori attenti all’ambiente ed alla salute, sostenitori del cambiamento sociale ed influencer il cui potere d’acquisto è guidato dai valori in cui credono e dalle azioni che manifestano. E’ una generazione pronta a cambiare il volto del cibo. Quindi occorre che anche le imprese riflettano su come evolvere per soddisfare le esigenze di questa fascia demografica più giovane. In particolare, per chi opera in campo alimentare ed agricolo, occorre ripensare al modo in cui il cibo viene coltivato, prodotto, presentato. Occorre comunicare alle giovani generazioni, che non hanno più un retaggio diretto col mondo rurale, una alfabetizzazione agricola e promuovere l’educazione alimentare per incanalare in modo fruttuoso il loro potere e la loro influenza.
Ai giovani della Gen Z bisogna parlare dell’interconnessione tra ciò che mangiano e la loro salute e della sostenibilità nei suoi vari aspetti. I giovani vogliono sapere da dove proviene il loro cibo e quale impatto avranno le loro scelte alimentari sul mondo che li circonda, dal livello locale a quello globale. Occorre considerare attentamente il malessere espresso dai giovani verso la crisi ambientale, che comprende anche quella alimentare con comportamenti degli adulti che pensano stiano distruggendo il pianeta.
Dialogare con i giovani per migliorare l’impresa
Sebbene possa sembrare un quadro a tinte fosche, occorre cogliere la voce dei giovani come una opportunità per entrare in contatto con loro su valori condivisi ed uno stimolo per agire concretamente sulla salvaguardia del pianeta, in primo luogo nell’ottica di contrasto e resilienza ai cambiamenti climatici. Occorre però prestare attenzione a non concentrarsi solo sui fattori ambientali della sostenibilità, ma anche alle altre dimensioni inclusive. Occorre dare spazio e cogliere le aspirazioni dei giovani riguardo gli aspetti sociali in comunità sempre più multietniche e comunque diversificate. Anche nelle imprese bisogna ascoltare i giovani e metterli in risalto come portatori di nuove modalità di business.
Gli operatori della filiera alimentare, dagli agricoltori ed allevatori, ai trasformatori, ai commercianti, dovrebbero parlare ai giovani non solo dei loro progressi nel migliorare la sostenibilità ambientale e nel limitare i cambiamenti climatici, ma anche del loro impatto positivo sulle comunità e di come i loro prodotti si inseriscono nell’ottica di una alimentazione sostenibile.
I giovani sono sempre stati un insieme distinto di valori, comportamenti, paure, priorità. La Gen Z si differenzia però dalle precedenti per essere cresciuta nella realtà del digitale che diffonde rapidamente i messaggi e pure rapidamente li distorce. Anche di questo occorre saper parlare ai giovani, per tutelarli e non solo per sfruttare il loro crescente potere d’acquisto.
Fonte: Agri Pulse