Africa!

L’Africa è il continente delle contraddizioni: ha il 65% delle terre mondiali ancora non coltivate, eppure conta un terzo delle persone che nel mondo soffrono la fame, cioè 249 milioni. E’ così ricca di risorse naturali e di minerali di ogni tipo, eppure continua ad importare beni e a prendere sempre nuovi prestiti per infrastrutture ed altro, che si traducono nella trappola del debito.

In Africa più che mai diventa improrogabile realizzare l’obiettivo 2 ‘Fame zero’ dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite ed il continente deve (dovrebbe) essere al centro delle preoccupazioni mondiali dato che il numero di persone sottoalimentate cresce più rapidamente che in ogni altra parte del nostro pianeta. Le potenzialità ci sono dato che nel vertice sull’alimentazione tenuto recentemente a Dakar, Senegal, è stato stimato che il valore della produzione agricola africana potrebbe più che triplicarsi entro il 2030 se venissero effettuati investimenti appropriati. Secondo la Banca africana di sviluppo, l’Africa spende ogni anno 75 miliardi di dollari per importare cibo, ma il continente avrebbe il potenziale per sfamare 9 miliardi di persone grazie alla vastità delle terre coltivabili.

Un continente ricco ma fragile

Un continente ricco ma fragile, l’Africa, che ha superato le pandemie, prima di Ebola e poi di Covid-19, ma che resta pur sempre vittima di instabilità politica, di conflitti e che soffre per i segni evidenti del cambiamento climatico. Come se non bastasse, la guerra in Ucraina, che ha aumentato in modo significativo il costo di energia e materie prime alimentari, sta colpendo le fragili catene di approvvigionamento di beni e servizi, provocando una profonda instabilità finanziaria in quasi tutti i Paesi. Il continente africano, in generale, ha comunque una forte dipendenza dai mercati esterni, poiché importa oltre l’80% dei suoi beni e servizi. Un caso paradossale ad esempio è quello del Ghana, che importa minerale di ferro dall’Ucraina quando quello di cui è ricchissima la vicina Sierra Leone prende la strada di altri continenti. Lo stesso si potrebbe dire per diamanti, terre rare, petrolio e tanti altri minerali estratti in Africa per essere trasformati e valorizzati in altri continenti. Lo stesso vale per gli alimenti, ad esempio il pesce, ma anche per il legname, di cui vengono depredate le foreste tropicali rendendole lande desolate esposte all’erosione.

Il dominio moderno alimenta la dipendenza invece dello sviluppo

Anche se la guerra in Europa ha distolto l’attenzione politica globale dall’Africa, ciò non significa che i problemi siano risolti o che le influenze straniere siano venute meno. Anzi, se nel periodo coloniale le potenze europee hanno gestito direttamente il continente definendo degli Stati spesso solo sulla carta senza tener conto delle realtà storiche tribali, ora il dominio diventa spesso più subdolo perché alimenta la dipendenza invece di promuovere lo sviluppo. L’Africa rimane problematica nonostante le enormi risorse naturali, per cause che vanno dalla corruzione alla scarsa leadership, alla debolezza delle istituzioni, ai conflitti transfrontalieri, fattori che sottraggono risorse preziose alla promozione di uno sviluppo sostenibile. Anche la mancanza di istruzione è una delle ragioni della povertà dell’Africa. La maggior parte della popolazione non è poi in grado di accedere all’assistenza sanitaria. C’è mancanza di know-how imprenditoriale, commerciale e tecnico. Poi resta il problema della violazione dei diritti umani fondamentali, che si traduce in pratiche non etiche alla base di abusi grossolani, mentre enormi profitti vengono esternalizzati e l’ambiente degradato. Di conseguenza cresce quella pressione sociale, politica ed economica che porta all’instabilità, con forti tensioni che si ripercuotono su grande scala, in primis in Europa.

Non si può escludere che il colonialismo moderno sia una delle ragioni della persistente povertà dell’Africa.

CLAL.Teseo.it - Mappa delle autosufficienze di Mais in Africa

CLAL.Teseo.it – Mappa delle autosufficienze di Mais in Africa

Fonte: allAfricaGroupe de la Banque africaine de développement

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Africa