Guidare la più grande democrazia al mondo gestendo tutte le diversità che l’India presenta, non è compito facile. Nella realtà della globalizzazione, il grande paese asiatico ha aderito ad una serie di accordi commerciali in Asia orientale e sudorientale per la promozione del commercio e degli investimenti, ma la sua attenzione principale sono i conseguenti potenziali conflitti con gli interessi economici e le priorità nazionali.
Obiettivo “autosufficienza per l’India”
Con queste premesse è ridimensionato lo scalpore per il ritiro dell’India dal Partenariato economico globale regionale (RCEP), la più grande area di libero scambio al mondo che coinvolge i paesi dell’Asia sud orientale con Cina, Giappone, Corea del sud, Australia, Nuova Zelanda. Bisogna considerare che il deficit commerciale medio dell’India con i membri del RCEP è aumentato a 44,03 miliardi di dollari nel periodo 2016-19 e quello con l’ASEAN è aumentato a 5,12 miliardi di dollari. Il fattore forse più cruciale della decisione RCEP è stato però il crescente deficit commerciale con la Cina, che è aumentato da 22,95 miliardi di dollari a 25,13 miliardi di dollari. La modesta partecipazione dell’India in diverse catene di valore manifatturiere con i partner RCEP, in particolare quelli sviluppati, è rimasta una delle principali preoccupazioni. Data l’importanza politica ed economica dei settori primari indiani, un aumento delle importazioni come ad esempio quelle lattiero-casearie australiane e neozelandesi, avrebbe potuto determinare potenziali conflitti con gli interessi economici e le priorità nazionali.
Restano poi le relazioni col grande vicino cinese: le crescenti importazioni dalla Cina risultano in conflitto con la politica “Make in India” lanciata nel 2014 per rilanciare il settore manifatturiero interno. Da qui le ripetute indagini antidumping per le supposte pratiche commerciali sleali cinesi e la ricerca di possibili opzioni per ridurre la dipendenza dalle importazioni. Comunque, il deficit commerciale bilaterale dell’India con la Cina è aumentato a 46,55 miliardi di dollari nei primi nove mesi del 2021 rispetto ai 29,86 miliardi di dollari dello stesso periodo 2020.
Nuovi accordi commerciali in essere e in via di negoziazione
L’occupazione, la sicurezza del reddito, la pace sociale sono le preoccupazioni politiche più cruciali per l’India. Questo spiega la percezione della minaccia derivante dall’esperienza avversa per la bilancia commerciale in Oriente ed il motivo per cui la strategia indiana degli accordi commerciali dopo il ritiro dal RCEP ha cercato intensamente di identificare relazioni con partner che determinano il minimo possibile di scompensi nei mercati interni dell’India. Ovvero, guardare all’occidente per essere saldi in oriente.
Fonte: Est Asia Forum