Sicurezza alimentare e clima: un legame inscindibile

Le perturbazioni e le instabilità che il mondo sta subendo,  mostrano come una crisi mondiale può ostacolare gli sforzi per contrastare il cambiamento climatico, impegno che sembrava essere la strada maestra da imboccare senza esitazioni.

Col conflitto in atto, le conseguenze nei settori dell’energia e del cibo si rispecchiano l’una con l’altra. L’inflazione e la sicurezza negli approvvigionamenti sono le principali preoccupazioni e rischiano di ridimensionare le misure volte ad affrontare la crisi climatica che pesa come un macigno sulle attività vitali a medio e lungo termine.

Così come per l’energia, il conflitto ucraino ha acceso un dibattito sulla possibilità che gli obiettivi climatici debbano essere ridotti in risposta alle turbolenze globali, ad esempio riconsiderando gli obiettivi della strategia UE Farm to Fork. Intanto l’UE ha già annunciato una “deroga eccezionale e temporanea” per mettere in produzione terreni incolti e gli stati membri saranno autorizzati a modificare i loro piani strategici nazionali della PAC per il periodo dal 2023 al 2027.

Il rischio della fame nei paesi poveri

Se inflazione ed interruzione delle catene di approvvigionamento sono le minacce principali per le economie avanzate, i paesi poveri hanno un pericolo molto maggiore per quanto riguarda la sicurezza alimentare. Dato che Russia ed Ucraina  rappresentano più del 30% del commercio mondiale di grano e più del 50% del mercato di oli, semi e farine di girasole, si calcola che fino a 500 milioni di persone siano a serio rischio per quella che può essere definita “fame collaterale”. Quindi occorre che i problemi di approvvigionamento relativi al cibo ed all’energia nei paesi avanzati siano affrontati nel contesto della crisi di sicurezza alimentare a livello mondiale. Questo però nella consapevolezza del legame inscindibile tra l’azione per il clima e il mantenimento della sicurezza alimentare mondiale.

Il mondo sta vivendo due crisi senza precedenti, pandemia e conflitto in Europa, che rischiano di distogliere l’attenzione dagli obiettivi climatici generali a lungo termine. L’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) pubblicato a fine febbraio, sottolinea l’interconnessione del cambiamento climatico con le altre minacce che gravano sul mondo. Alla conferenza COP26 delle Nazioni Unite lo scorso novembre era stato concordato che i paesi avrebbero rivisto quest’anno gli obiettivi climatici per aumentarne le ambizioni, il che è quantomeno improbabile vista la crisi attuale.

Il fatto che la conferenza COP27 a novembre avrà luogo in Egitto, uno dei paesi che saranno più gravemente colpiti in termini di sicurezza alimentare, sarà ancor più denso di incognite sulla volontà di operare per un’azione di contrasto al cambiamento climatico e per il mantenimento della sicurezza alimentare globale.

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Fonte: Just Food

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Ambiente, Approvvigionamento, Catene di approvvigionamento, Russia, Ucraina