L’eccesso di offerta di latte a livello globale ed il conseguente calo dei prezzi sta avendo conseguenze negative anche per gli allevatori cinesi. Un esempio: nella provincia costiera orientale dello Shandong si sta assistendo ad una riduzione del numero di vacche a causa del calo nel prezzo del latte manifestatosi nel 2014 ed un rallentamento nella raccolta da parte di aziende trasformatrici, col conseguente ricorso obbligato alla polverizzazione per una vendita posticipata.
La stessa situazione si era già manifestata nella provincia limitrofa dello Hebei dove vacche acquistate a 2575 Dollari avevano poi dovuto essere vendute a 965 Dollari. Questa situazione di difficoltà si è manifestata già dal 2009 e si stima che oltre 100 mila allevatori ogni anno abbiano dovuto chiudere le loro stalle a causa degli elevati costi di alimentazione e del lavoro a fronte di prezzi del latte fluttuanti verso il basso. Secondo la Dairy Association of China questa situazione è però anche il risultato della trasformazione e dell’ammodernamento del settore produttivo, con crescenti concentrazioni, così come già sperimentato da altri paesi.
Il prezzo del latte è passato da 6 yuan (0.96 Dollari) per kg nel 2013, a 3.9 yuan (0.62 Dollari) lo scorso settembre, mentre alcuni allevatori nello Shandong affermano che il prezzo è diminuito a fine 2014 di ulteriori 1.6 yuan (0.25 Dollari) per kg.
Il quadro internazionale non aiuta certo la situazione interna, dato che le aziende lattiero-casearie cinesi possono approfittare dei bassi prezzi mondiali per accentuare le importazioni con conseguenti ulteriori difficoltà per il latte made in China.
La Cina rappresenta un mercato molto promettente per tutto il dairy business, dato che il consumo pro capite annuo di equivalenti latte nel 2013 ammontava a circa 30 kg rispetto ad una media mondiale di 107 kg. Sempre secondo la Dairy Association of China, le aziende lattiero casearie dovrebbero dunque adottare programmi a lungo termine tesi ad un maggiore sviluppo del settore produttivo interno, piuttosto che sfruttare opportunità contingenti sul mercato internazionale. Il governo potrebbe poi favorire questa azione introducendo ad esempio vantaggi fiscali per le aziende che si approvvigionano di latte sul mercato interno ed anche adottando programmi di intervento ed ammasso per il latte in polvere in modo da regolarizzare le scorte.
Fonte: Want China Times
Per approfondimenti, è disponibile su CLAL.it il Quadro del settore lattiero-caseario cinese
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