Le alternative al Cacao in un mondo che cambia

Il cacao, e dunque il cioccolato, sta vivendo una situazione emblematica che apre delle prospettive verso nuove soluzioni per affrontare la domanda di uno dei prodotti più iconici del mercato, in uno scenario che potrebbe riguardare anche altri grandi prodotti.

Impennata dei prezzi

Il problema è presto detto: delle quotazioni che in un anno sono passate da 2600 a 10 mila dollari a tonnellata e la necessità di dover soddisfare una domanda sempre sostenuta. La prima ragione di questa impennata nei prezzi sono i cattivi raccolti in Costa d’Avorio e Ghana, i due maggiori produttori mondiali, a causa del cambiamento climatico che anche in Africa Occidentale incide sull’ambiente e sul territorio in modo devastante. I produttori locali sono i primi ad essere colpiti da tali condizioni avverse per il drastico calo di produzioni e qualità, ma l’effetto si ripercuote anche sui consumatori a migliaia di chilometri di distanza per l’aumento dei prezzi al dettaglio del cioccolato.

Come per le altre grandi commodity delle regioni tropicali quali olio di palma, caffè ma anche soia, l’espansione delle coltivazioni di cacao è avvenuta negli anni a scapito della deforestazione che, secondo il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), contribuisce alla crisi climatica mondiale essendo responsabile, da sola, dell’11% delle emissioni di gas a effetto serra, oltre alla perdita di biodiversità ed alla compromissione degli ecosistemi. Normative sempre più stringenti cercano di contrastare tale andamento, come il recente Regolamento UE contro la deforestazione.

Alla ricerca di alternative

Tutto questo interpella gli operatori che si interrogano sulla possibilità di trovare prodotti alternativi al cacao. Ricerca ed innovazione avanzano dunque anche in questo terreno, su cui sono attive diverse startup che cercano di riprodurre il “cioccolato” partendo da ingredienti quali semi di avena, girasole, fave, vinaccioli, carrube, con zuccheri e grassi vegetali. Sono aziende che operano in Europa come negli Stati Uniti e che sono anche riuscite a stabilire delle collaborazioni con grandi aziende come Cargill. Esiste poi anche una produzione di “cioccolato” che non deriva da surrogati ma da cellule di cacao moltiplicate in bioreattori, che ha attratto l’attenzione di Mondelez.

I surrogati del cioccolato sono stati soppiantati da produzioni sempre più accessibili ma le incertezze del nostro tempo, climatiche e non solo, potrebbero farli tornare in auge in forma diversa grazie alle nuove tecnologie. Quali scenari si apriranno in futuro e quale spazio avranno i componenti della filiera? Lo scenario potrebbe non essere dissimile anche per il latte: avremo abbastanza terra per continuare a produrne a sufficienza?

Prezzo medio annuo del Cacao - World Bank

Prezzo medio annuo del Cacao – World Bank

Fonte: FoodNavigator Europe

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Alimentazione, Ambiente