Nel suo settimo rapporto annuale sul latte ‘A Global Balancing Act: Dairy Supply & Demand’, Tetra Pak sostiene che il comparto del latte a livello globale stia vivendo una delle stagioni di maggior cambiamento, con una crescente domanda i cui livelli potranno superare la produzione.
I consumi mondiali di latte, conseguenti a crescita della popolazione, miglioramento nelle condizioni economiche di vita ed urbanizzazione in Asia, Africa ed America Latina, aumenteranno del 36% al 2024. Nel prossimo decennio, la consistente domanda da parte dei paesi con economie in forte crescita ma carenti come disponibilità di latte, ad esempio Cina e Russia, dreneranno una significativa parte della produzione lattiera dai maggiori poli produttivi, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Australia ed Unione Europea, determinando la condizione per spingere i prezzi verso l’alto.
Tutto questo colloca le imprese lattiero-casearie di fronte ad un periodo di transizione per avvicinarsi ad aree del mondo diverse rispetto al mercato abituale, dove destinare i propri prodotti. Un esempio è la recente acquisizione delle brasiliane LBR-Lacteos Brasil e BRF da parte di Lactalis/Parmalat, per poter sfruttare opportunità di crescita in un mercato non ancora maturo e dipendere meno da quello europeo. Tetra Pak osserva che le imprese del settore debbono affrontare anche i significativi mutamenti negli stili di consumo nei propri mercati, Europa od America del Nord, dove nuove modalità alimentari e nutrizionali spingono la domanda verso prodotti diversi dal latte. Negli USA, ad esempio, le vendite di latte liquido sono al livello inferiore degli ultimi 30 anni con solo meno della metà di adulti che lo bevono regolarmente, mentre in Europa negli ultimi 3 anni il consumo di latte è diminuito dello 0,8%.
Le imprese hanno reagito con investimenti per ottenere prodotti innovativi e con più valore aggiunto, soprattutto per avvicinare i giovani. Al tempo stesso, la crescente domanda nei mercati meno maturi spinge le imprese ad accrescere sia la produzione primaria, che quella dei derivati del latte. Ad esempio in Arabia Saudita la produzione nazionale copre ormai la metà dei fabbisogni interni di latte ed è stata anche avviata un’attività di vendita verso i mercati medio-orientali. In genere, per assicurare un adeguato livello qualitativo, tali imprese tendono a stabilire compartecipazioni con i paesi esportatori. Per questo, a livello mondiale, il consumo di latte liquido si prevede aumenti annualmente del 1,8% fra il 2013 ed il 2016, rispetto all’aumento del 1,2% registrato fra il 2010 ed il 2013, creando un divario fra disponibilità e domanda.
La globalizzazione delle imprese del settore lattiero caseario sarà dunque una necessità per assicurare disponibilità di prodotto e redditività. In tale contesto si colloca la fine del regime quote latte nella UE, con la previsione di un aumento nella produzione lattiera dell’11% fra il 2012 ed il 2023 e la necessità di trovare nuovi sbocchi sui mercati internazionali, soprattutto Asia ed Africa. Le importazioni mondiali di latte in polvere e liquido nel decennio 2014-2024 saranno condizionate dalla domanda cinese, in deciso aumento e fiduciosa nelle garanzie qualitative offerte dai prodotti importati. La previsione è che la Cina possa raddoppiare le proprie importazioni di prodotti lattiero-caseari nei prossimi 10 anni ma anche che investa maggiormente nella ricerca di una autosufficienza, che nel 2013 era pari all’86%. Non ci sarebbe poi da stupirsi se la Cina in futuro, da importatore netto diventasse esportatore di prodotti lattiero-caseari. I prezzi del latte, poi, a livello mondiale dovrebbero dunque continuare ad aumentare nel prossimo decennio, nonostante l’attuale tendenza alla diminuzione.
Rapporto originale Tetra Pak ‘A Global Balancing Act: Dairy Supply & Demand’ (PDF)
Lascia un Commento
Occorre essere registrati e fare il login per inviare un commento