Meno latte, più formaggio la tendenza dei consumi negli USA

Una classica scena dei film americani era l’attore che apriva il frigo e si serviva un grosso bicchiere di latte. Ora non più. Il consumo di latte liquido negli USA, secondo i dati USDA, è diminuito del 37% rispetto al 1970, una tendenza inversa rispetto a quello di formaggio, yogurt ed altri derivati. In particolare, il consumo di formaggio in questo periodo è pressoché triplicato.

Se nel 1972 il latte era la bevanda di gran lunga preferita dagli americani, attualmente il consumatore sceglie invece fra un crescente numero di opzioni. Diverse campagne promozionali, sia pubbliche che di associazioni private, inclusi i programmi per il consumo di latte nelle scuole, non sono riuscite ad arrestare questo declino. Le cause di questo cambiamento nelle abitudini di consumo, possono essere ricercate nella minore frequenza dei pasti a tavola in famiglia, dove il bicchiere di latte era una costante. Sono i bimbi ed i giovani, nelle fasce di età 2-11 e 12-19 anni, quelli che hanno fatto registrare la maggiore diminuzione nel consumo di latte ed appare chiaro che i bimbi bevono il latte a scuola solo perché debbono farlo, ma la loro scelta si sposta poi su altre bevande. Un altro fattore è costituito dalla crescente presenza sugli scaffali di acque minerali, bevande gassate ed energetiche, particolarmente accattivanti per packaging ed etichettatura e dalla preoccupazione che il latte sia causa di allergie. Anche i similari del latte ottenuti da soia, mandorle, riso, hanno contribuito a questo declino.

Il settore lattiero-caseario ha cercato di reagire con campagne di promozione ed informazione al pubblico, la più rilevante delle quali è stata quella identificata dallo slogan “got milk” con celebrità come Britney Spears, che per 20 anni ha interessato i media a livello nazionale. Lo scorso febbraio è stata lanciata una nuova campagna, con lo slogan “milk life“, incentrata sui benefici del latte per la salute. Queste campagne sono finanziate dai produttori attraverso le associazioni del Dairy Council. Nel 2013, i 9.280 allevatori che costituiscono l’American Dairy Association and Dairy Council (ADADC) per lo stato di New York, il nord del New Jersey ed il nord est della Pennsylvania, hanno investito circa 11 milioni di dollari (circa 15 cent per 50 litri di latte) nella campagna promozionale a favore dei consumi di latte. Da circa 15 anni però, i fondi raccolti non sono più sufficienti per realizzare efficienti campagne televisive che hanno costi sempre crescenti e pertanto le promozioni si sono orientate verso le azioni nelle scuole per educare i giovani studenti coinvolgendo gli insegnati per i principi di una sana alimentazione. Per dare efficacia alle campagne promozionali occorrerebbe accrescere gli investimenti, ma non è certo che gli allevatori siano disponibili a versare maggiori oneri. Il cambiamento negli stili di vita e di consumo è un dato di fatto; lo yogurt ha preso il posto della tazza di latte e cereali a colazione e la famiglia unita che mangia alla stessa tavola sta divenendo per molti un ricordo.

 Fonte: Watertown Daily Times

TwitterLinkedInFacebook... condividi
Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Taggato con:
Pubblicato in Latte, USA

Lascia un Commento