Il Ttip sarà positivo o negativo per il settore agricolo della UE?
In tanti si pongono questa domanda, cui è però difficile rispondere per la mancanza di documenti pubblici sui negoziati in corso fra UE ed USA. Il tema è comunque controverso, date le differenze normative su cui si basa la produzione agricola sulle due sponde dell’Atlantico; degli esempi ne sono OGM ed Indicazioni Geografiche (DOP, IGP, STG).
Friends of the earth Europe ha pubblicato su questo tema uno studio sui (supposti) rischi per l’agricoltura europea dal Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP). Ne viene concluso che ci sarebbero più svantaggi che benefici, dato che aumenterebbero le importazioni europee di prodotti USA ed il contributo del settore agricolo al prodotto interno lordo della UE diminuirebbe dello 0,8% mentre quello USA crescerebbe del 1,9% con un vantaggio netto di oltre 4 miliardi di Euro.
Dunque gli agricoltori europei si troverebbero a dover fronteggiare una accresciuta competitività e prezzi in calo.
Riguardo le Indicazioni Geografiche, anche qualora queste forma di tutela venisse riconosciute dagli USA i vantaggi per l’agricoltura UE riguarderebbero pochi paesi UE (principalmente Italia e Francia) e prodotti di qualità, dai formaggi ai vini, importanti per il nostro paese, ma non molto rilevanti nel bilancio europeo.
A tal proposito sta crescendo negli USA la pressione contraria del Consortium Common Food Names al riconoscimento di DOP ed IGP, così come quella perché la UE allenti le norme riguardanti la tutela da OGM, ormoni, uso di sostanze per il trattamento delle carni, uso di pesticidi.
La Commissione Europea pubblicherà a settembre uno studio sul possibile impatto che il TTIP e gli altri trattati di libero scambio, dal Mercosur al CETA, potranno avere su produzione, ambiente, salute.
Il dibattito sulle ricadute generali del TTIP per l’Europa sta comunque sollevando molte prese di posizione e pertanto sarebbe quanto mai opportuno che venissero rese pubbliche le tematiche in discussione dai negoziatori ed il loro stato di avanzamento. Ne va del nostro futuro.
Fonte: Friends of the Earth Europe
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