Il 2014 è stato designato dall’ONU “Anno internazionale dell’agricoltura familiare”, tema su cui è stata incentrata anche la Giornata mondiale dell’alimentazione della FAO, appuntamento annuale per commemorare l’anniversario dell’Organizzazione fondata il 16 ottobre 1945.
Il tema scelto “Agricoltura familiare: Nutrire il mondo, preservare il pianeta”, pone l’accento sul ruolo determinante dei piccoli agricoltori per raggiungere l’obiettivo di debellare la fame, offrire un livello sufficiente di sicurezza alimentare e migliorare i mezzi di sussistenza. Inoltre, un’azione collettiva, responsabile e condivisa delle persone radicate nel territorio, costituisce il fattore indispensabile per gestire le risorse naturali e proteggere l’ambiente e la biodiversità, nell’ottica di realizzare uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle aree rurali.
Sia nei paesi economicamente in via di sviluppo che nei paesi sviluppati, l’agricoltura familiare è la forma predominante dell’agricoltura nel contesto della produzione alimentare.
Si calcola che nel mondo ci siano 570 milioni di aziende agricole, di cui 500 milioni a livello familiare che coprono il 56% della produzione agricola. Sebbene dispongano di minori risorse tecniche ed economiche, le famiglie assicurano all’attività agricola un elevato livello di produttività ed efficienza. Così, negli USA l’agricoltura familiare opera sul 78% del terreno agricolo ma assicura l’84% della produzione ed in Brasile è attiva sul 25% del terreno ma rappresenta il 40% della produzione agricola del paese. In Asia si calcola invece che l’agricoltura familiare assicuri l’85% della produzione, costituita in misura sostanziale dai prodotti che tradizionalmente sono alla base dell’alimentazione, come il riso.
Anche nel contesto della produzione lattiera, l’allevamento è stato da sempre la risultante dell’attività familiare. Nel contesto attuale dei paesi con le economie più avanzate, assistiamo a notevoli cambiamenti del modello tradizionale di allevamento, con un aumento apparentemente inarrestabile delle dimensioni aziendali e la conseguente industrializzazione di processi e prodotti, col rischio di avere il paradosso di una agricoltura senza agricoltori. Per questo è importante ribadire il ruolo fondamentale della realtà sociale costituita dal lavoro familiare, che deve usufruire delle conoscenze scientifiche e del supporto tecnologico per continuare a poter operare per migliorare ed accrescere la produzione agricola.
Fonte: FAO
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